Ferrari ed Elon Musk coinvolti nella corrente: queste auto sono “brutali”

Anche in Italia questa corrente artistica ha preso piede molto in fretta, coinvolgendo al suo interno la Ferrari e anche il noto imprenditore Elon Musk, fondatore di Tesla

Come è venuta in mente ad Elon Musk l’idea di produrre il cosiddetto pick up Cybertruck con quella linea così spigolosa e fuori dal comune? La storia parte da molto, molto lontano e in questo caso, architettura e progettazione delle automobili vanno di pari passo! Scopriamo assieme la storia della moda degli spigoli e perché a certi progettisti curve e linee morbide non piacciono per niente.

Elon Musk 10 dicembre 2022 fuoristrada.it
Elon Musk fuoristrada.it

Cose pesanti

Conoscete la corrente brutalista? Chi studia architettura riconoscerà senz’altro al volo questo termine e anzi potrebbe sicuramente dare una definizione molto più appropriata della nostra al fenomeno nato negli anni cinquanta che ha visto la produzione di edifici dalle linee pesanti e a tratti opprimenti come la famosa Torre Velasca di Milano o molte strutture di edilizia popolare realizzate dall‘ATER e dall’ALER negli anni settanta.

Quello che in pochi ricordano è che pur se con un colpevole ritardo, la corrente brutalista ha colpito anche il mondo dell’auto: moltissime delle vostre auto preferite hanno quella tipica linea a cuneo che alla fine degli anni sessanta ma soprattutto negli anni settanta ha sconvolto il mondo dell’automotive. Ripercorriamo un po’ questa corrente artistica che non ha ancora esaurito la sua influenza sul mondo dei motori con qualche modello iconico particolarmente celebre.

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Aston Martin con la Lagonda e la Bulldog è stata un pioniere del brutalismo (Fuoristrada.it)

Sconvolti dall’Italia

Partiamo dal nostro paese dove la cultura brutalista è arrivata piuttosto in fretta: già alla fine degli anni sessanta infatti designer come Pininfarina hanno intuito la direzione presa dal mercato presentando prototipi come la famosissima Modulo del 1968, un’auto minimale e dalla linea affusolata simile ad un missile più che ad un’automobile. Questa deriva brutalista nel 1973 avrebbe portato alla costruzione della Lancia Stratos, forse l’auto “a cuneo” più famosa del nostro paese.

Ma se in Italia il brutalismo è stato accolto con relativa facilità, i progettisti hanno rischiato maggiormente di essere fraintesi in UK dove auto come la Lotus Elite del 1974, decisamente differente dalla prima generazione del 1957 dal design molto morbido, e in particolare l’Aston Martin Lagonda del 1976 e la concept car Bulldog del 1980 hanno ricevuto parecchie critiche dai puristi del settore, shockati dalla linea priva di curve delle auto.

Ritorno di fiamma

La corrente brutalista nel mondo dell’automotive non si è mai davvero esaurita anche se già dalla fine degli anni settanta molte case hanno ricominciato a sperimentare un certo “classicismo” nelle forme, abbandonando spesso gli spigoli in favore di curve e linee più pulite: supercar come la moderna Ferrari 360 Modena o la Porsche Carrera sono tutto meno che influenzate da questa corrente artistica.

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Il controverso Cybertruck di Musk (Fuoristrada.it)

Il picco di questa linea di pensiero legata alla progettazione delle auto arriva probabilmente pochi anni fa con la presentazione del controverso Tesla Cybertruck che è ancora in fase di sperimentazione, a quanto pare. Questo mezzo ha una linea davvero minimale e spigolosa che ricorda moltissimo prototipi come la Lancia Sibilo o l’Alfa Romeo Carabo di Bertone.

Che vi piacciano di più le auto con la tipica linea a cuneo o quelle caratterizzate da sinuose curve ed una ricercata cura nelle forme, poco importa: la corrente brutalista nell’automotive ci ha regalato molte supercar davvero leggendarie presentando il sensibile vantaggio di un’aerodinamica praticamente perfetta. Forse è per questo che case come quella di Musk continuano a sperimentare veicoli con questo design ad oltre quarant’anni dalla nascita del movimento.

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