Il boom elettrico è un flop tedesco: implode l’industria dell’auto, trema anche l’Italia

Industria automobilistica in ginocchio: ecco perché il boom elettrico sta iniziando a creare problemi anche in Italia oltre che nei paesi vicini. 

Auto elettriche, gioie e dolori. Proprio così, anche la più forte delle ultime innovazioni può provocare dei danni e quindi non essere necessariamente vista di buon occhio da tutti nel proprio settore. L’arrivo delle vetture elettriche sulle nostre strade ha infatti man mano arrecato dei problemi a qualche settore in particolare che ora inizierebbe seriamente a soffrire delle conseguenze.

Perdite industria tedesca
Adesso si mette male… (Canva) – Fuoristrada.it

L’Unione Europea ha assolutamente promosso il passaggio all’elettrico, si sa bene che in UE il tema ambientale è sempre centralissimo ed ovviamente, le emissioni molto più contenute rispetto a quelle delle vetture classiche, se non del tutto inesistenti non possono che essere appoggiate. Dal punto di vista economico, però, si dovrà a quanto pare iniziare a fare i conti con le prime controindicazioni. Ecco di cosa parliamo.

Ormai da un mese buono, si parla di crisi dell’industria dell’automotive tedesca. Secondo molti degli economisti locali, questo fenomeno potrebbe essere causato anche dalla transizione all’elettrico che porta molti brand a dover riprogrammare da capo il modo in cui producono e vendono le auto. Alcuni colossi tedeschi che danno lavoro anche in Italia poi stanno vivendo dei momenti davvero difficili ormai da settimane, proprio per lo stesso motivo.

Dramma in Italia: posti di lavoro a repentaglio

Tutti avranno sentito parlare del grandissimo fornitore tedesco, Bosch, assolutamente il più grande al mondo per quanto riguarda la componentistica di automobili: eppure, lo stesso colosso tedesco si dice sia molto vicino a licenziare la bellezza di 1.200 dipendenti entro la fine del 2026. Transazione ai motori elettrici – che porta ad una perdita di commissioni per la produzione di determinati componenti – inflazione e costi maggiorati dell’energia negli ultimi mesi avrebbero spinto quindi la multinazionale verso l’idea di mettere sul tavolo un piano per dei tagli al personale molto pesante per i prossimi anni.

Sul fronte dell’elettrico ormai, non si torna più indietro e con i motori a benzina e diesel che ben presto non verranno più prodotti, un enorme ramo del lavoro europeo rischia seriamente di sparire del tutto. A subire le conseguenze di una scelta sempre più green, anche un’altra casa tedesca, la ZF Friedrichshafen che produce componenti per l’industria dei trasporti. Ebbene, anche qui si andrebbe incontro al licenziamento di ben 12mila persone. L’incubo però non appartiene solo alla Germania.

Bosch, ecco cosa succede
Bosch, arrivano brutte notizie (fuoristrada.it – Ansa foto)

Anche in Italia c’è un importante passaggio dell’industria di componenti automobilistiche e società che iniziano a sentire il peso del cambiamento. La Gkn di Campi Bisenzio, la Bosch con sede a Modugno, la Continental di Livorno, la storica Magneti Marelli ed ancora altre, ora rischiano sul serio di dover seguire la strada che Bosch potrebbe intraprendere entro il 2026 se qualcuno non fa qualcosa a riguardo. In una intervista su Il Giornale apparsa lo scorso mese, l’eurodeputato Marco Zanni ha fatto il punto della situazione ammettendo che le politiche di cambiamento troppo forti volute dall’Unione Europea ora inizierebbero a far vedere i loro effetti.

Zanni, si è così espresso: “Oltre a essere inefficaci sul piano ambientale, perché i grandi inquinatori come la Cina continuano ad agire indisturbati, arrecano gravi danni a imprese, lavoratori e famiglie”. Insomma la transizione all’ecologico ha anche un’altra faccia che molti economisti temono che dovremo affrontare molto presto anche nel nostro paese. La Germania ci sta già facendo i conti.

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