I 5 team più fallimentari della storia della F1: esperienze da dimenticare | Sono tutti marchi storici

I cinque team più fallimentari di tutta la storia della Formula Uno. Incredibile ma vero, si tratta di esperienze praticamente da dimenticare. Soprattutto perché ognuno di questi è un marchio storico.

La Formula Uno. Il sogno per appassionati e piloti, un’esperienza da vivere per gli ingegneri e un’impresa da compiere per ogni marchio che punta al top all’interno del motorsport. Ma non sempre va tutto a gonfie vele. Anzi, spesso le cose vanno male, malissimo.

Tante le scuderie che non sono riuscite minimamente a raggiungere l’apice nella massima serie automobilsitica, fallendo miseramente. E fra queste, anche nomi altisonanti che hanno davvero scritto la storia dell’automobilismo per come la conosciamo oggi. Ma si sa, l’abito difficilmente fa il monaco e così è anche in F1.

F1, questi team storici hanno veramente fallito (Canva) 1 novembre 2022 fuoristrada.it
F1, questi team storici hanno veramente fallito (Canva)

F1, Aston Martin: dal ’59 al 2022, solo disastri

Partiamo con il primo team della nostra preziosa lista di quelli che hanno veramente fallito non solo l’obiettivo di lottare per vincere, ma anche quello di evitare una figuraccia. Purtroppo, il primo marchio della lista è rappresentato dall’Aston Martin. Che è riuscita a fallire ben due volte; la prima, nel biennio 1959-’60. Il team David Brown Corporation schiera delle Aston Martin ufficiali nel mondiale, correndo cinque gare il primo e una sola il secondo anno. Brown era l’allora proprietario di Aston Martin.

L’uomo che nel ’47 salvò l’azienda dal fallimento, ma non riuscì a renderla grande nela massima serie automobilistica, dato che la scuderia britannica non raggiunse neanche il risicato traguardo dei punti. Nel 1960, nonostante la nuova vettura fosse più leggera e potente, venne preferita l’endurance alla F1. E così il progetto tramontò.

La mancanza di un programma sportivo valido, spinse i tecnici a scegliere le corse di durata. Nel 2021 Aston martin torna in F1, ma con risultati mediocri – un solo podio con Sebastian Vettel – che fino ad ora fanno davvero poco sorridere. Ma anzi, sembrano più l’ennesimo enorme schiaffone ad un brand tanto storico quanto speciale.

Peugeot e Jaguar-Ford: peggio di così, proprio non si può

Anche Peugeot ha assaggiato la F1, sia da motorista che da costruttore. Il suo esordio con McLaren da partner motoristico è ottimo. Sono arrivati vari podi per il team anglo-francese e un quarto posto nel mondiale costruttori. Ma quella che doveva essere un’avventura da sogno, si trasforma presto in un’esperienza avvilente.

Chiuso il rapporto con McLaren, Peugeot inizia a lavorare con la Jordan e in seguito con la Prost Grand Prix. I risultati non arrivano più. Per tornare sul podio, cè da attendere Ralf Schumacher nel 1997 – seguito da Fisichella in Canada. Nel 2000 e dopo 115 gare, la Peugeot dovrà accettare di non aver mai assaggiato il gradino più alto del podio. Un’esperienza prolungata di altre 33 gare con Arrows e Minardi, senza però raggiungere chissà quale traguardi.

Anche Jaguar e Ford, comunque, non possono dirsi soddisfatte. Il team, che con tante aspettative debutta nel 2000, è affiancato da un ambizioso motore Ford-Cosworth. Per un podio, c’è da attendere la seconda stagione della scuderia. Nel 2002 chiude al settimo posto con il miglior piazzamento della sua esistenza; troppo poco per sorridere, tanto che nel 2004 – dopo altre stagioni con tanti licenziamenti e pochi risultati – finisce un’esperienza da ricordare con poca soddisfazione. Jaguar molla tutto e Ford lascia le corse vendendo alla RedBull il team.

Toyota e Honda: quando i giapponesi non ne imbroccano uno

Fa un effetto strano parlare negativamente dei costruttori giapponesi, dato che hanno un feeling non indifferente con il motorsport. Tuttavia, da costruttori in F1, Toyota e Honda hanno avuto tutt’altro che fortuna. Partendo dai primi, si sono impegnati dal 1999 per ringiovanire la propria immagine. Una mossa che non pagherà affatto, almeno sportivamente parlando. Il debutto vero e proprio arriva nel 2002, in un’annata tutt’altro che positiva. Nel 2003, l’auto è fortemente ispirata alla Ferrari F2002, e cambia radicalmente.

Honda, un team che non è riuscito a pareggiare i risultati da motorista in Formula Uno (Web source) 1 novembre 2022 fuoristrada.it
Honda, un team che non è riuscito a pareggiare i risultati da motorista in Formula Uno (Web source)

Ma i risultati stentano ancora ad arrivare, anche perché i problemi di affidabilità non sono pochi. Nel 2004 fa addirittura peggio. Finalmente, nel 2005 arrivano i primi podi grazie alle grandi prestazioni di Ralf Schumacher e Jarno Trulli. Purtroppo, però, si tratta della migliore stagione in Formula Uno. Arriveranno altri podi, ma non frequentemente. Ennesimo marchio storico che non ha lasciato chissà quale impronta nella massima serie.

E non è da meno Honda. Maggiormente conosciuta per i suoi successi – ma anche fallimenti, basti pensare alla seconda partnership con McLaren – da motorista, il costruttore nipponico tentò di raggiungere l’apice come team. La missione non finì mai per essere compiuta veramente. Anzi, tutt’altro. Nonostante i grandi investimenti, il team avrà vita breve. Perché non basta avere un brand di successo per vincere in Formula Uno. E queste scuderie, ne sono l’esempio lampante.

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