Dopo Alfa Romeo Milano, un’altra auto fa infuriare un sindaco: stavolta ci sono di mezzo i cinesi

L’Alfa Romeo Milano ha dovuto cambiare nome passando così alla denominazione Junior. Stesso destino che potrebbe toccare ora anche a un’altra auto. 

Vi era grandissima attesa per il lancio sul mercato della nuova Alfa Romeo Milano. Appena è stata presentata ufficialmente, il Governo si è messo di mezzo. La richiesta del Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha portato ad effetti immediati, con la casa italiana che ha dovuto cambiare il nome passando a Junior.

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Dopo Alfa Romeo, un altro brand ha un problema di denominazione (Ansa) – Fuoristrada.it

La motivazione deriva dal fatto che con il nome Milano, secondo il Ministro, si sarebbe fatta pubblicità ingannevole nei confronti dei cittadini, facendogli credere che questa era un’auto nata e prodotta in Italia. In realtà il crossover in questione sarà prodotto in Polonia. Da qui la scelta anche di Stellantis di placare i toni già accesi con le istituzioni e passare così alla denominazione Junior.

Si tratta di un modello molto intrigante, con la sua lunghezza che è di 417 cm, la larghezza di 178 cm e l’altezza di 153 cm, il che la rende omologata per cinque persone. Siamo di fronte a un modello che guarda con attenzione allo sviluppo tecnologico, con un display interno da 10,25 pollici. La motorizzazione è Mild Hybrid o elettrico. Il costo base è di 31.900 Euro.

Xiaomi SU7: il nome “Modena” fa infuriare il sindaco

Che l’Italia sia un punto di riferimento per la produzione automobilistica mondiale è fuori discussione. Uno dei punti di riferimento, in tal senso, è l’Emilia Romagna, sede di Ferrari, Lamborghini e Ducati.  Anche per questo la Xiaomi ha deciso che la piattaforma sulla quale si baserà l’auto elettrica SU7  prenderà il nome di “Modena”.

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Gli ordini della SU7 oltre ogni aspettativa in Cina (Ansa) – Fuoristrada.it

Un omaggio che però non è stato troppo gradito dal sindaco della cittò emiliana, Gian Carlo Muzzarelli, con quest’ultimo che ha evidenziato tutte le sue perplessità in occasione del Motor Valley Fest. Da suo punto di vista infatti nessuno ha il diritto di impossessarsi in questo modo del nome di Modena, in quanto non vi è alcun legame con il territorio.

Dunque anche questa volta, il fatto di non avere una produzione in terra italiana fa scattare perplessità sulla scelta del nome. La Xiaomi, dunque, potrebbe essere costretta cambiare il nome della sua piattaforma. Intanto gli ordini della SU7 procedono speditamente con addirittura 100mila auto già prenotate in Cina, l’equivalente della produzione di un anno.

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