Le nuove auto saranno alimentate… dal mare: la ricerca americana che potrebbe stravolgere il settore

Le nuove automobili saranno alimentate dal mare? L’indiscrezione è clamorosa e riguarda il futuro dell’automotive.

Si parla spesso di nuove automobili, segno che il bisogno di cambiamento riguarda l’intero settore dell’automobile ed è reale. La svolta elettrica del 2035 può essere effettivamente un grande balzo in avanti per le quattro ruote, ma non è detto sia quello definitivo. D’altronde si pensa già a tecnologie alternative, come quella solare o a idrogeno.

Auto, il futuro in mare? (fuoristrada.it)
Auto, il futuro in mare? (fuoristrada.it)

E adesso qualcuno ragiona anche sul mare. Avete capito bene. Ma di cosa si tratta? Tale soluzione alternativa arriva dagli Stati Uniti d’America. Parliamo del coinvolgimento dei mari e degli oceani (non di acqua distillata o dolce, quindi, ma salata).

Si tratta però di acqua impura, il che la rende complessa da sviluppare in maniera efficiente su larga scala. O forse no. Una ricerca tutta americana forse è arrivata ad una soluzione vera e propria sotto questo punto di vista molto discusso.

Acqua salata futuro dell’auto? La ricerca incredibile

Una possibile soluzione arriva dal dipartimento di energia del laboratorio SLAC dell’Università di Stanford, in collaborazione con l’Università dell’Oregon e quella Metropolitana di Manchester. Insieme propongono una tecnologia volta a distillare in maniera efficace l’idrogeno dai mari. Secondo il ricercatore Adam Nielander “il nostro studio porta insieme due strati. Ciò permette, stando ai nostri esperimenti, di controllare il movimento degli ioni nell’acqua marina”. Ciò che ha messo veramente sotto la luce dei riflettori questa ricerca sono i prodotti critici nocivi per l’uomo e per gli elettrodi, che vanno ovviamente evitati.

Auto (fuoristrada.it)
Auto (fuoristrada.it)

Joseph Perryman, ricercatore post-dottorato a Stanford, spiega che “i cloruri che arrivano all’anodo si ossidano, riducono la vita del sistema di elettrolisi e possono diventare pericolosi a causa della natura tossica dei prodotti dell’ossidazione”. Proprio per questo il sistema messo a punto prevede un catalizzatore centrale in cui l’acqua viene scissa per elettrolisi. Una membrana caricata negativamente consente il passaggio esclusivo di ioni positivi: quelli di idrogeno sono perfetti.

La stessa membrana non permette il passaggio dei cloruri e degli ioni di cloro, che invece riescono a penetrare in una seconda membrana caricata positivamente. Si tratta di una soluzione ancora lontana da poter essere realizzata, ma in ogni caso molto valida in ottica futura. Un modo per dare vita a tecnologie alternative, anche perché non tutte le aziende sembrano disposte a basarsi soltanto sulla tecnologia elettrica. Non resta altro che aspettare e vedere come andranno le cose da qui ai prossimi anni.

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