Resteranno delusi i tanti appassionati di Formula 1, che non vedevano l’ora di vederla all’interno del Circus. Ci sarà da aspettare ancora.
Il mondo della Formula 1 è sempre in continua evoluzione e con lo sguardo sempre rivolto al futuro. Questione di strategie e pianificazione, anche perché il Circus è nel bel mezzo di un’incredibile ondata di successo, che l’ha portata ad essere, da sport di nicchia, a vero e proprio fenomeno a livello globale. Da tutto il mondo guardano con interesse alla regina del motor sports e il nuovo Gran Premio di Las Vegas è un’ulteriore conferma di quanto questa azienda sia in espansione.
Eppure non tutti sembrano essere così desiderosi di entrare a farne parte. Qualcosa che a dire il vero basiti, perché è innegabile che questo, e i prossimi anni, siano il momento il migliore. Ma anche in questo caso sono la pianificazione e la strategia a farla da padrone. Perché le ultime novità sulla Formula 1 hanno lasciato più di un appassionato interdetto.
Porsche e la Formula 1: un matrimonio che non si farà
Stiamo parlando della scelta della Porsche. Lo scorso settembre era naufragata la trattativa tra la casa di Stoccarda e la Red Bull, ma si pensava che il brand tedesco potesse comunque entrare a far parte del Circus. La realtà dei fatti è che di fatto questo interesse è scemata tra la fine del 2022 e l’inizio del nuovo anno.
Porsche non sarà presente in griglia è stato specificato che: “Il Motorsport sarà sempre l’essenza della nostra identità di marca. La Formula 1 resta una serie interessante per noi, tuttavia, è nel WEC, IMSA e in Formula E che vogliamo lottare per vincere. Questa è la nostra tradizione e resta la nostra principale attenzione”.
In sostanza vengono preferite altre categorie, altre corse, dove il marchio tedesco è fortissimo e ha fatto incetta di premi e trofei. E proprio da questo nasceva la curiosità di vedere Porsche in Formula, ma la suggestione resterà tale almeno per un altro po’. Eppure per far entrare i tedeschi sembrava ci fossero le premesse giuste, a partire dall’introduzione delle power unit alimentate da e-fuels dal 2026 e prive di MGU-H. Una scelta, quella della FIA, che non era solo per Porsche, ma anche per riuscire ad attirare tante altre case.
La questione e-fuels e il motivo della rottura con Red Bull
Gli e-fuels quindi restano di strettissima attualità. Se ne sta occupando la politica, la Germania ha spinto su questo versante in ottica europea, fino a ottenere l’esenzione dal divieto di vendita di auto nuove non a emissioni zero per i modelli in grado di funzionare a carburanti sintetici. La Fomrula 1 non può disinteressarsi di tutto questo ovviamente.
Sulla materia, Porsche ha investito in un progetto pilota di produzione di e-fuels, destinati all’impiego anzitutto nella Porsche Supercup e, in prospettiva futura, sulla produzione di serie. Per quanto riguarda Red Bull il problema è stato sostanzialmente uno: la gestione della squadra corse. Per i tedeschi doveva essere paritaria, la scuderia con Max Verstappen alla guida è stata irremovibile, il controllo non sarebbe stato ceduto, nemmeno del 50%.
Porsche in passato è stata accostata alla Williams ma anche alla McLaren. Su quest’ultimo fronte c’è del vero, tuttavia. Sebbene riferito alle attività di McLaren Automotive, per una joint venture destinata a produrre sportivissime stradali, a partire da un suv elettrico. Non la F1 come tema centrale delle discussioni.
Porsche e il passato in Formula 1
La data del 2026 sembrava perfetta, con l’azzeramento che arriverà dai nuovi regolamenti sulle power unit. Ma questo non è bastato ad attrarre Porsche. L’ultima presenza si una sua monoposto risale al 1964 (storia che iniziò nel 1958). Fatta eccezione per la parentesi fra il 1983 e il 1987, quando fornì solamente i motori a McLaren, il brand tedesco non ha più calcato le piste di F1.