Guerra tra Francia e Germania, la dichiarazione sorprende tutti: “Dobbiamo prenderle sul serio”

Venti di guerra tra due paesi importantissimi dell’Unione Europea che non riescono proprio a mettersi d’accordo riguardo il futuro delle automobili: ecco perchè Francia e Germania sono arrivate ai ferri corti.

Storicamente parlando Germania e Francia non sono andate proprio d’accordissimo tra loro dato che dal 1870 al 1945 sono state coinvolte in ben tre guerre che le hanno viste l’una opposta all’altra. Anche adesso che entrambi i paesi sono membri dell’Unione Europea comunque i rapporti conoscono alti e bassi.

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I premier Borne e Scholz sono sul piede di guerra (Fuoristrada.it)

Le ultime notizie che arrivano dai banchi del parlamento di Bruxelles non sono proprio incoraggianti e rischiano di mettere a repentaglio anche il nostro futuro in un momento delicatissimo per il mondo occidentale in cui dovremmo essere uniti. La pietra dello scandalo, ancora una volta, sono le automobili.

Scontro al vertice

Quando due paesi importanti dal punto di vista economico, sociale e non di meno culturale arrivano ai ferri corti, è normale che sorga qualche preoccupazione, specie se i paesi in questione sono due nostri vicini nonché compagni di viaggio nel percorso non sempre idilliaco che ha portato alla creazione dell’Unione Europea come la Germania del premier Olaf Scholz e la Francia della neo eletta Elisabeth Borne.

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Sarà fondamentale una mediazione in parlamento (Fuoristrada.it)

Le due nazioni sarebbero arrivate ai ferri corti con uno scambio di dichiarazioni al veleno tra i rispettivi ministri nata da una questione che interessa un po’ tutti, salvo i pochi che non guidano un’automobile nel continente: il punto di divergenza tra le nazioni infatti è ancora una volta la questione delle automobili elettriche su cui non si riesce proprio a trovare l’accordo.

Stop…allo stop!

La pietra dello scandalo che ha portato alla lite diplomatica è lo stop ai motori tradizionali su cui a Bruxelles si è votato poco tempo fa con il parlamento costretto a rimandare la decisione dopo l’opposizione di ben cinque paesi: Italia, Repubblica Ceca, Polonia, Ungheria e proprio la Germania che hanno mostrato di non gradire la decisione degli altri paesi membri del parlamento.

Il problema secondo i principali economisti di queste nazioni inclusa la nostra è che lo stop alla vendita di automobili con motore tradizionale a partire dal 2035 andrebbe a favorire la concorrenza asiatica e, in parole povere, a mettere in ginocchio un settore che dà lavoro a milioni di operai e che servono garanzie in merito prima di decidere per lo stop assoluto con un termine ben preciso.

Guerra diplomatica

Tra le nazioni che spingono per confermare lo stop tra una decina di anni anche la Francia che tramite il suo Ministro dell’Economia Bruno Le Marie ha fatto sapere che la sua posizione è di: “Approvare la deadline per lo stop senza nessuna discussione”. Sentendosi implicitamente attaccato, il paese teutonico ha risposto tramite i canali ufficiali con un suo ministro.

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A sinistra, Christian Lindner, autore dell’invettiva contro il collega (Fuoristrada.it)

Il Ministro dell’Economia tedesco Christian Lindner ha detto senza mezzi termini che la posizione francese è troppo radicale: “Trovo deplorevole che la Francia abbia questa foga nell’approvare lo stop ai motori termici”, le sue parole. Stando a Lindner, il suo collega non tiene conto del quadro sociale in cui si inserirebbe questa normativa: “In questo modo le automobili diventeranno sempre meno accessibili e questo La Marie non può trascurarlo: c’è da preoccuparsi”.

Lo scambio di opinioni che ha raggiunto toni abbastanza forti insomma non si placa mentre le altre nazioni che si sono opposte allo stop come l’Italia hanno espresso in modo un po’ più diplomatico le loro preoccupazioni a Bruxelles per questa decisione. Al momento, il voto sullo stop è rinviato a data da destinarsi, ennesima situazione di scarsa coesione tra i 27 paesi che compongono la grande Unione Europea.

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