Terremoto in casa Ferrari, sarà addio: i tifosi restano allibiti

La Ferrari, un marchio automobilistico molto caro agli appassionati. Anche in F1, dove adesso verranno prese scelte forti.

Forse nove o dieci libri non basterebbero per spiegare il mito Ferrari, l’azienda Ferrari, il marchio Ferrari. Il cavallino rampante è da ormai oltre settant’anni un brand di spicco dell’automobilismo mondiale. E non solo, dato che soltanto per il nome che porta si tratta di una delle società più rinomate e importanti al mondo, al pari di altri fenomeni societari quali Apple e Coca Cola – se non meglio – a testimonianza di quanto a Maranello siano riusciti a fare per regalare un sogno chiamato automobile – rigorosamente rossa – a tutto il mondo.

F1, in Ferrari hanno deciso: finisce tutto 26 novembre 2022 fuoristrada.it
F1, in Ferrari hanno deciso: finisce tutto fuoristrada.it

Più e più volte lo ha certificato anche in Formula Uno, vincendo, dominando e avendo successo. Impossibile dimenticare l’epopea Schumacher, difficile scordare il pilota – eroe Niki Lauda e semplicemente da pazzi non togliersi il cappello pensando ad Ascari e Fangio. Ma siccome la storia non si riflette sul futuro, e in Formula Uno il titolo mondiale manca dal magico 2007 di Kimi Raikkonen, questi traguardi appaiono da troppo tempo sbiaditi. Ed a proposito, cambiamenti in vista nel reparto corse Ferrari: Mattia Binotto sembra vicino all’addio.

Mattia Binotto, addio alla Ferrari? I motivi della possibile separazione

Tanta storia per la Ferrari. Che le più giovani generazioni però possono vivere soltando con dozzine di scatti e decine di video, dato che in Formula Uno il cavallino rampante manca all’appello mondiale da oltre 15 anni. E adesso, pure Mattia Binotto sembra ad un passo dall’addio. Ma quali sono i motivi? Molteplici, secondo il Corriere dello Sport. A partire da Mick Schumacher, fortemente voluto da Mattia Binotto, pare, e bocciato dopo due stagioni. Lui che non ha il talento del padre, cosa permessa a pochi piloti nella storia, ma poteva e può assolutamente crescere.

Mattia Binotto vicino all'addio: i rumors smuovono l'intero circus 26 novembre 2022 fuoristrada.it
Mattia Binotto vicino all’addio: i rumors smuovono l’intero circus fuoristrada.it

Ma non ci sarà nel 2023. Rifiutato anche il ritorno in F1 di Antonio Giovinazzi, che non ha mai convinto – di certo lo schianto nelle prove libere ad Austin dopo sette minuti dall’inizio della sessione non lo hanno aiutato. E poi c’è Robert Shwartzman, il talento russo-israeliano campione di Formula 3 e vicecampione di F2 che non ha avuto le chanche in cui sperava. Tutti nomi su cui Binotto puntava e punta molto, ma che non hanno avuto possibilità di emergere. Questo, nonostante fra Binotto e soprattutto il team Haas i rapporti siano idilliaci. Com’è possibile l’ingaggio di Nico Hulkenberg, allora? A quanto pare, Frédéric Vasseur – team principal Alfa Romeo – ha spinto la scuderia americana a ingaggiare il tedesco. Guarda caso, l’uomo più chiacchierato del momento per sostituire Binotto.

Addio Binotto, svolta o ennesimo capro espiatorio? La storia parla chiaro

Binotto, addio la scelta giusta o ennesimo capro espiatorio dei fallimenti Ferrari? 26 novembre 2022 fuoristrada.it
Binotto, addio la scelta giusta o ennesimo capro espiatorio dei fallimenti Ferrari? fuoristrada.it

Specifichiamo che non è stato ancora deciso nulla in Ferrari per quanto riguarda il 2023, almeno sul piano dei ruoli chiave dell’azienda. Ma questi forti, pressanti e continui rumors su Mattia Binotto, potrebbero significare ennesima rivoluzione per il cavallino rampante. Quella che adesso noi ci chiediamo, però, è la seguente questione: Mattia Binotto via dalla rossa è la svolta per la scuderia o l’ennesimo capro espiatorio? Qui, proprio su questo punto, sta tutto il futuro del reparto corse tanto blasonato. Perché Binotto poteva fare di più. Vero. Come Arrivabene. Come Domenicali. E come tutti quelli che avevano fallito l’obiettivo mondiale (prima e dopo Jean Todt, s’intende). Ci avevano spiegato Che anche Sebastian Vettel e Fernando Alonso fossero il problema.

E ancora oggi, ci viene detto e ripetuto del blasone ferrarista. Perché il secondo è il primo dei perdenti, ma a conti fatti in Ferrari non arrivano vittorie iridate dal primo decennio del 21° secolo. La sensazione, quasi palese ma senz’altro preoccupante, è che oltre a non saper perdere la Ferrari non ha più neanche lontanamente la minima idea di come si vince. Probabilmente caduta nel mega trappolone del blasone eterno e della storia irraggiungibile. Se i risultati non raccontano mai tutto, comunque, dicono sempre tanto. E se nemmeno con Vettel ed Alonso sono arrivati successi, se al momento pure un fuoriclasse generazionale quale è Charles Leclerc non ha ancora vinto niente, la colpa non è e non può essere solo di Binotto. A sensazione, nemmeno di Arrivabene e Domenicali. Non se vincono sempre gli altri, e pure ripetutamente.

Charles Leclerc, l'uomo che tenterà di regalare alla Ferrari un mondiale che manca dal 2007 26 novembre 2022 fuoristrada.it
Charles Leclerc, l’uomo che tenterà di regalare alla Ferrari un mondiale che manca dal 2007 fuoristrada.it

La Ferrari però evidentemente non ha la pazienza giusta per tornare al successo. Perché non sono le volate a regalare le gioie più speciali, consistenti e sostanziali. Mercedes e Red Bull lo certificano. Bensì, i progetti a lungo termine, i fallimenti che fanno male e gli errori da non ripetere. Soprattutto quelli. Che però a Maranello forse non sono contemplati. Perché il secondo è il primo dei perdenti. Detto da Enzo Ferrari e citato di recente dall’AD Benedetto Vigna.

Anche se, a perdere in quasi due decenni, è stata soprattutto Ferrari. Specialmente ‘dentro gli spogliatoi’. Perché le gare le vincono i fuoriclasse ma il successo vero arriva dalle braccia e dalle menti degli uomini e delle donne. Questo, i vertici maranelliani, non lo diranno mai. Perché riflettere sugli errori e capire con trasparenza quanto (non) è stato fatto, è una virtù di pochi. Insomma, per il momento è colpa di Binotto. Vedremo che ne sarà del prossimo condannato dalla mai colpevole inquisizione Ferrari. Intanto, come solo le aziende italiane vecchio stampo sanno fare, fuori uno: augurissimi al prossimo, ne avrà bisogno.

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