Le auto meno comprese negli anni novanta, nella top flop anche un’italiana famosa

Non sempre un’auto innovativa o su cui la casa produttrice ha investito molte risorse ottiene il riscontro che meriterebbe sul mercato. Prendiamo queste tre vetture, distrutte dalla critica e dalla risposta del pubblico.

Al di là di bellezza, potenza ed emozioni trasmesse al pubblico, un’automobile rimane essenzialmente un’operazione commerciale che non sempre va a buon fine. In questi tre casi tutti risalenti agli anni novanta tre auto molto innovative o scelte dalla casa come punte di diamante sul mercato hanno deluso sul fronte commerciale, facendo perdere parecchi soldi ai produttori.

Alfa Romeo 166
Alfa Romeo 166 (fuoristrada.it)

Ma che idea è?

La prima vettura sulla lista è anche quella che ha “floppato” in modo più clamoroso. Parliamo della Chrysler Prowler, originariamente prodotta dalla Plymouth – marchio storico per tanti motivi che fece parte del Gruppo Chrysler per decenni – prima che la casa chiudesse i battenti nel 2001 anche per colpa della vettura di cui parliamo oggi.

La Prowler si ispirava come design alle vetture Chrysler degli anni trenta, come la PT Cruiser e in genere un po’ tutti i prototipi che la casa, in grave difficoltà economica, aveva presentato negli anni novanta. L’idea alla base dell’auto però fu disastrosa: doveva essere un’alternativa “low cost” alla Dodge Viper ma il design inconsulto a dir poco ed una velocità massima di soli 203 chilometri orari condannarono l’auto a vendere soli 11.702 esemplari in cinque anni.

Chrysler Prowler
Chrysler Prowler (fuoristrada.it)

L’ultima ammiraglia

Ancora teoricamente priva di un’erede, l’Alfa Romeo 166 del 1998 andò incontro ad un destino molto simile a quello della 90 uscita qualche anno prima, con le dovute proporzioni. La grossa ammiraglia del Biscione è considerata un’auto molto bella e godibile dai collezionisti ma all’epoca, le cose non andarono proprio come la casa italiana sperava.

In quegli anni la concorrenza, come scoprì a sue spese anche Lancia stessa, era spietata e per qualche motivo, la 166 non riuscì mai davvero a imporsi su un mercato dominato da BMW, Ford e Merdedes-Benz. Quando andò in pensione dopo ben nove anni dopo la sua entrata in produzione, la 166 aveva venduto appena 99.987 esemplari e finora è stata l’ultima berlina di rappresentanza prodotta dal marchio, tanto per dare un’idea della delusione causata dal fiasco.

Oggi venderebbe moltissimo

Anche le tedesche che maltrattarono Alfa Romeo sul mercato negli anni novanta però non sono immuni da fiaschi commerciali. E’ il caso di una delle vetture più oscure del marchio con gli anelli, che nel 1992 presentò la Audi S2 Quattro con l’intenzione di rinnovare l’offerta del proprio listino. L’auto aveva un bizzarro motore a cinque cilindri che le garantiva prestazioni da supercar per l’epoca.

Audi S2
Audi S2 (fuoristrada.it)

I clienti però non risposero bene all’auto, destinandole un’accoglienza tiepida con appena 7.370 unità vendute fino alla cessata produzione: Audi sperava di venderne circa il doppio. E’ evidente come in questo caso, l’Audi S2 abbia anticipato un po’ troppo il mercato: se venisse messa in vendita oggi probabilmente venderebbe molto meglio. Sappiamo bene che la storia è spietata con gli innovatori!

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