Mobilità elettrica, lo stop improvviso fa indignare gli ambientalisti: l’annuncio fa rumore

Dopo le prime resistenze, le case automobilistiche stanno facendo buon viso a cattivo gioco. Ma c’è una grande azienda che rompe il fronte della accondiscendenza con Bruxelles

Tutt’altro che pieno allineamento a quanto voluto dalla Commissione europea, che da tempo vuole la fine della produzione dei motori endotermici dal 2035. Una grande casa automobilistica rompe il fronte della accondiscendenza al volere di Bruxelles e si schiera in direzione ostinata e contraria. Ecco cosa sta succedendo.

Mobilità elettrica (Ansa) 22.12.2022 fuoristrada
Mobilità elettrica (Ansa)

Da mesi, infatti, registriamo i diktat che arrivano da Bruxelles. Il mercato dell’automotive si è sostanzialmente allineato (o, forse, rassegnato) all’intransigenza dell’Europa, che ha fissato nel 2035 l’anno limite per l’abbandono dei motori endotermici. Una politica, quella dell’UE, volta a dare una “svolta green” per combattere l’oggettivo decadimento ambientale che sta avendo il nostro pianeta.

Dopo le prime resistenze, le case automobilistiche stanno facendo buon viso a cattivo gioco. Ed è un continuo di annunci sulla riconversione, su nuovi modelli in arrivo. Talvolta anche con date in anticipo rispetto ai tempi graditi all’Europa. Nell’ultimo periodo si sono allineati un po’ tutti. Sia per quanto concerne le case automobilistiche, sia per quanto riguarda i Paesi, che hanno aderito al piano climatico Fit for 55, mettendo al bando i motori termici dal 2035.

La maggior parte delle aziende automobilistiche sembra essere sulla strada dell’allineamento e dell’adeguamento. Poche le sacche di resistenza. Ma la posizione che arriva da uno dei brand più importanti del pianeta fa molto rumore nel mondo dell’automotive.

“E’ solo una moda”

In questi anni abbiamo assistito a una crescita molto importante del mercato delle auto elettriche. Questo perché, per incoraggiarne lo sviluppo, diversi Paesi (tra cui il nostro, l’Italia) hanno messo sul piatto moltissimi bonus e incentivi per spingere i consumatori a spostarsi sull’elettrico o sull’ibrido. Bisogna capire se e quanto la diffusione delle auto a zero emissioni sia legato ai vantaggi o se, una volta innescato il processo, questo sia capace di autoalimentarsi.

E’ molto scettico il CEO di una delle case automobilistiche più importanti del pianeta. Peraltro, non è la prima volta che mostra tutti i suoi dubbi e le sue perplessità sul punto. Ma questa volta, forse lo ha fatto con ancora maggiore veemenza. A parlare, infatti, è Akio Toyoda, l’uomo che decide le sorti di Toyota. Si tratta della maggiore società automobilistica del Giappone, con una produzione stimata in circa nove milioni di veicoli l’anno.

Toyota non ci sta (Ansa) 22.12.2022 fuoristrada
Toyota non ci sta (Ansa)

Ebbene, Toyota ha fatto trapelare che la sua posizione di scetticismo non sia affatto isolata all’interno del mondo automobilistico che conta. In tanti, infatti, considererebbero impensabile il passaggio totale all’elettrico. Anche se per adesso tutti preferiscono lavorare sotto traccia per scongiurare tutto ciò: “Tanti pensano che sia solo una moda e non possono alzare la voce” le parole attribuite al manager.

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