Il colosso automobilistico ad un passo dal fallimento: la colpa è tutta sua

Il brand automobilistico è in crisi. Tutto colpa di questa decisione. Gli appassionati non sono convinti. Era davvero necessario?

Investire comporta sempre prendersi una certa dose di rischi, soprattutto in un settore complicato e altamente concorrenziale come quello delle automobili. Non sempre i rischi vengono ripagati,  e una strategia e un’idea che sembrava banale può trasformarsi in una vera rovina con tantissimi soldi buttati. Ne sa qualcosa la nota azienda Arcimoto.

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Brand ad un passo dal fallimento (Fuoristrada.it)

L’azienda specializzata in veicoli elettrici ha voluto approfittare del “boom” del settore e della propensione dell’automotive verso uno stile di produzione e di materiali più sostenibile a livello ambientale non solo per entrare prepotentemente nel mercato, ma anche per provare a sfruttare l’occasione di reinventare il veicolo e di provare nuove strade. Uno degli esperimenti dell’azienda, però, è finito col diventare solo una grossa spesa.

Arcimoto, la scelta sbagliata porta l’azienda sul baratro

Elettrico, rispetto dell’ambiente…perché non provare ad unire questi due concetti in un nuovo veicolo fuori dagli schemi? Arcimoto ha ideato un veicolo a tre ruote. Un “Fuv”, Fun Utility Vehicle. Una auto piccola dedicata ai più giovani, pratica ed un po’ anticonformista. Il mezzo, un due posti con un sedile davanti e uno dietro, raggiunge la velocità massima di 120 km/h, con capacità di accelerazione da 0 a 100 di 7 secondi. La batteria da 12 kWh garantisce 100 km di autonomia.

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L’auto a tre ruote della Arcimoto (Fuoristrada.it)

Chi si aspettava che il mezzo potesse conquistare il pubblico, e soprattutto i giovani con il suo “mood” leggero, frizzante e sportivo ha visto disilluse le proprie attese. Partiti inizialmente con l’idea di fissare il prezzo d’attacco a solo 12 mila euro, producendo circa 10 mila veicoli l’anno, l’azienda con sede nell’Oregon ha dovuto rivedere le proprie ambizioni. Sembrava essere un’idea vincente, tanto che l’azienda era arrivata ad essere valorizzata un miliardo di dollari in borsa, ma poi così non è stato.

Gli ordini non hanno soddisfatto le aspettative. Sono stati infatti al di sotto di quanto era stato preventivato. Questo anche perché uno dei target primari dell’operazione erano hotel e centri turistici. I veicoli erano infatti ritenuti perfetti per essere noleggiati ai turisti, magari per una breve vacanza. La crisi economica e una proposta che non ha colpito sino in fondo hanno portato diversi clienti su cui si puntava a “disertare”.

Gli ordini sono crollati, e con essi anche le casse dell’azienda sono iniziate ad esaurirsi. L’azienda negli ultimi mesi ha prodotto solo 252 veicoli, ma per andare avanti c’è bisogno di nuovi soldi e capitali. Senza il futuri dell’azienda è davvero a rischio, come comunicato al Nasdaq, la Borsa dei titoli tecnologici di New York, dalla stessa azienda. La produzione dei veicoli al momento è stata interrotta. Sono necessari nuovi finanziamenti per  ricominciare. In caso contrario sarà inevitabile chiudere le operazioni.

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