Stellantis, scade il contratto: incertezza sul futuro, situazione instabile

Sono giorni commessi per il gruppo automobilistico, attenzione alle decisioni che potrebbero cambiarne l’assetto.

Il 2024 è iniziato in modo piuttosto travagliato in casa Stellantis. Varie le situazioni scomode da gestire per l’amministratore delegato Carlos Tavares, che sta cercando di risolvere una serie di problematiche anche di tipo politico che potrebbero far calare a picco o crescere a dismisura – a seconda dell’esito – l’intero gruppo automobilistico.

Operai futuro incerto
E adesso cosa li aspetta? (Canva) – Fuoristrada.it

Innanzitutto, le recenti dichiarazioni di Tavares, che ha affermato di voler spostare tutte le produzioni italiane all’estero anche a causa di incentivi giudicati “insufficienti” dal Governo italiano. Poi l’investimento, con circa 1,5 miliardi di euro, nella joint venture fondata con Leapmotor che dovrebbe produrre le auto cinesi negli stabilimenti di Stellantis. Riduzione dei costi e aumento dei ricavi, insomma, in quella che sembra la mossa più vantaggiosa per il futuro del gruppo.

A tutto questo, però, si è aggiunto uno scenario complicato, che potrebbe ridisegnare l’assetto di Stellantis. Tre anni dopo la fusione di FCA – Fiat Chrysler Automobiles – e PSA, lo Stato francese non ha ceduto o ridotto le proprie quote azionarie, pari al 6,2% – il 9,6% del diritto di voto – aprendo a nuovi scenari proprietari dopo la scadenza del lock-up.

Stellantis, le quote e i possibili scenari: i dettagli

Ad inizio anno era stato ipotizzato anche un ingresso nel gruppo dello Stato italiano, accordo poi mai trovato con John Elkann che ha dichiarato possibile, uno scenario simile, solo in caso di forti difficoltà economiche del gruppo, che attualmente non ci sono.

Stellantis quote
Stellantis, il futuro appare incerto (ansafoto.it) fuoristrada.it

Si perchè le vetture che Stellantis sta producendo all’estero, come la nuova Panda elettrica, la “Pandina” così chiamata, sta registrato numeri moto alti che il gruppo spera di raggiungere anche con la Panda di nuova generazione che, invece, verrà costruita a Pomigliano D’Arco. Al momento le quote azionarie sono divise tra Exor, holding Agnelli-Elkann, primo azionista con il 14,4%, la famiglia Peugeot con il 7,2% e quella cinese Dongfeng con il 5,6%.

Lo Stato francese deve decidere cosa fare in futuro, e gli scenari che gli si pongono davanti sono tre. In primis potrebbe decidere di mantenere la propria quota, mantenendo così anche l’influenza sul gruppo e la possibilità di portare alcuni progetti in Francia. Potrebbe, inoltre, cedere una parte delle quote rinunciando ad una posizione forte nel gruppo prediligendo la monetizzazione oppure, infine, potrebbe acquisire altre quote consolidando la posizione in Stellantis. Inutile dire che ognuno di questi scenari avrebbe conseguenze positive o negative, sui tantissimi lavoratori del gruppo, dalla dirigenza agli operai. Staremo a vedere.

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