Hai mai visto la motocicletta di Lancia? Un esemplare unico

Ve la immaginate una moto targata Lancia ? Esiste davvero e non è stata realizzata da un italiano. Ecco la sua storia.

Gli amanti delle competizioni, quelle rallistiche in particolare, proveranno sicuramente un brivido. Pronunciare il nome Lancia significa di default far battere forte il cuore di coloro che sono cresciuti a pane e traversi, in un’epoca, gli anni ’80, che hanno visto l’Italia dominare.

Hai mai visto la motocicletta di Lancia? Un esemplare unico
Lancia – Fuoristrada.it

E’ proprio a quel periodo che bisogna tornare per trovare l’accoppiata Mondiale piloti e costruttori a casa nostra grazie a Miki Biasion e proprio il marchio piemontese. La storia che vi racconteremo però non vede il suo sviluppo nel Bel Paese, bensì abbastanza più a nord. Tutto merito di un ex pilota, pazzo del brand di Torino.

Un moto Lancia? Ecco qual è la verità  dietro al progetto

Dietro a questa idea davvero singolare c’è un centauro olandese, tale Kees Schermer che ha deciso di impreziosire la sua due ruote con un propulsore molto speciale: quello della Fulvia.  L’omaggio alla Casa italiana appare chiaro sin dal nome avendola chiamata Lancia KR 49, denominazione che riprende le iniziali del corridore e la sua data di nascita.

Per andare alla origini di questo assemblaggio veramente sui generis bisogna tornare indietro al 1983 quando il nostro protagonista lottava duramente in pista con l’amico e avversario Wil Hartog, famoso alle cronache per essere particolarmente benestante.

Ebbene, a questi avvincenti duelli fu posta fine nel 1975 quando sul temibile circuito di Zandvoort, per capirci quello utilizzato adesso dalla F1, Kees cadde riportando una grave ferita alla caviglia che mise fine al suo percorso professionistico nelle competizioni. La cosa più tragica, se vogliamo, è che l’evento si verificò proprio nel bel mezzo di un testa a testa con lo storico compagno di battaglie.

Come spesso si ripete, questi ragazzi che ogni weekend si infilano casco e tuta e si buttano a vita persa su un tracciato, animati dal sogno di portare al limite un mezzo meccanico più e meglio degli altri, difficilmente si fermano davanti alle difficoltà quotidiane e così, anziché piangersi addosso ha utilizzato la propria esperienza e competenza per plasmare qualcosa di mai tentato prima.

Il passo iniziale è stato quello di prendere il telaio realizzato da Nico Bakker, all’epoca molto in voga nel settore, e inserirci un motore Lancia V4 da 90 cv. Successivamente ha cominciato a produrre in autonomia chassis per motociclette da corsa. Vi chiederete come sia possibile che un semplice rider si risvegli telaista. La risposta è semplice. Per un periodo della sua esistenza l’oggi 75enne lavorò a bottega da lui e lì imparò l’arte.

Per la KS49 l’unità motrice della macchina è stata resa il più possibile compatta, il gruppo cambio-trasmissione è stato preso da una Kawasaki, il radiatore da una Ford Taunus e l’accensione elettronica è Mitsubishi. Le ruote sono ereditate dalla Honda Four, mentre la forcella davanti e i freni a disco sono Yamaha. Questo esemplare unico sotto ogni sfaccettatura, non è stato costruito per lasciarlo fermo. Seduto sulla sua sella Kees vi ha percorso ben 160mila km. Qualcosa di incredibile solo a pensarci.

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