Alcuni termini stanno diventando sempre più comuni e conosciuti, ma non tutti gli appassionati conoscono la parola “Undercut”.
Nonostante lo straordinario dominio di Max Verstappen in questi anni, con il fenomeno olandese che ha potuto così conquistare il terzo titolo della carriera, la F1 continua a essere molto seguita. Le gare delle migliori auto del mondo non possono di certo lasciare indifferenti, anzi è esaltante vedere una leggenda come l’olandese in pista. 
La speranza naturalmente è che in futuro i valori si possano in qualche modo riequilibrare, permettendo così ai tifosi di assistere a un grande spettacolo come da tradizione nella storia della F1. Tra le cose che hanno sempre appassionato coloro che amano queste corse, non sono solo i sorpassi e le staccate, ma anche la straordinaria psicologia che vi è nel mondo della F1.
Le strategie sono di fondamentale importanza, con la capacità di un Team di saper leggere il momento migliore per poter effettuare un cambio gomme che può fare la differenza tra un successo e una sconfitta. La gestione degli pneumatici è uno degli aspetti fondamentali nella F1 dei tempi moderni e dunque anche il modo con il quale un Team si trova a dover valutare le decisioni per la gara.
Per questo motivo da tempo sono diventati sempre più comuni una serie di termini che forse non tutti conoscevano, come per esempio l’Undercut. Tante volte lo si è sentito durante le telecronache, ma non a tutti è stato prettamente chiaro che cosa si intenda con questo termine ed è dunque giunto il momento di fare chiarezza.
Cosa è l’undercut? Perché è così importante
La gestione del pit stop è un qualcosa che fa la differenza tra una grande scuderia e una che invece non riesce a mantenere la lucidità nei momenti decisivi. Al giorno d’oggi una delle migliori strategie è quella di sfruttare l’undercut, ovvero la necessità da parte di una monoposto di anticipare la sosta rispetto al proprio avversario. 
Questo dunque permette di effettuare un giro, tendenzialmente a un undercut le scuderie rispondono già al giro seguente, con delle gomme nuove rispetto a un avversario che le ha usate e questo permette di guadagnare diversi decimi. Tante volte un undercut effettuato nel modo migliore ha permesso di guadagnare la prima posizione, ma ci sono degli aspetti da considerare.
Se fosse così semplice allora tutti quanti farebbero l’undercut, ma una sosta troppo anticipata rischia di portare il pilota che ha effettuato il pit stop nel traffico di monoposto molto più lente. Per questo motivo si deve valutare quando effettuarlo, cercando sempre di avere un buon margine sui piloti che si troveranno davanti rispetto a colui che ha effettuato la sosta.
L‘undercut serve per guadagnare tempo e dunque si dovrà rientrare con un distacco almeno di tre o quattro secondi dal pilota davanti a sé. In caso contrario quest’ultimo rischierebbe solo di rallentare chi ha provato l’undercut, con un ritmo più lento vista la guida con gomme usate. Una strategia che spesso si è rivelata vincente e che dimostra grande astuzia da parte delle scuderie.