Quando le auto camuffano il loro nome | Lo chiamano Re-Branding e funziona così

Le automobili spesso richiedono sforzi importanti per progettazione ed ideazione: cosa molto meno prendere un modello esistente e trasformarlo in un’automobile nuova con un ritocco. 

Non sono soltanto i marchi cinesi, spesso accusati di plagi e copie evidenti che vendono sul mercato locale, a prendere qualche spunto dalle vetture straniere. Anzi, a dirla tutta, la pratica di realizzare più vetture identiche su una stessa piattaforma o addirittura di prendere un’auto già esistente e cambiarle il marchio è molto usata in tutto il mondo, anche da marchi insospettabili.

Quando le auto camuffano il loro nome | Lo chiamano Re-Branding e funziona così
Auto re-brandizzate – Fuoristrada.it

Un esempio recente per farvi capire di cosa parliamo? Avete visto sicuramente la nuova Mitsubishi Colt pensando qualcosa come: “Ma non è identica alla Clio?”. Si perchè le auto condividono la piattaforma e l’aspetto. In questo caso, tra i marchi che operano in modo affine c’è un accordo commerciale, cosa che consente loro di non pestarsi i piedi – o le ruote – sullo stesso mercato.

Il Re-Branding è una pratica antica come l’automobilismo stesso: uno dei primi esempi però di quanto questo fenomeno possa portare a conseguenze drammatiche se operato senza un senso è la Honda Crossroad del 1993 che era praticamente una Land Rover Discovery con un altro marchio che non piacque né ai clienti né alla critica specializzata! Sono i rischi di cambiare marchio ad un’auto così famosa con il suo che il pubblico prenderebbe il nuovo modello come un plagio, anche se non lo è realmente.

L’Italia non è immune

Al momento abbiamo un modello su tutti che detiene il record per il numero maggiore di re-badging subiti: si tratta della Chevrolet Aveo che nel corso del duemila venne proposta in giro per il mondo con ben 16 marchi diversi tra cui Daewoo, Zaz e perfino Pontiac oltre che con il suo! Anche in Italia però ci siamo specializzati in questa pratica, specie da quando i grandi marchi si sono riuniti in aziende sempre più grandi.

Lancia Musa
La Lancia Musa è solo una Fiat Idea “camuffata” con il logo Lancia (Stellantis) – Fuoristrada.it

Se tra gli esempi più celebri non si può non citare la Alfa Romeo Arna – una Nissan Cherry rimaneggiata o la Fiat Freemont – crossover di successo che è la copia sputata della Dodge Journey americana – una casa su tutte ha praticamente campato di re-branding per una decina di anni: si tratta proprio di Lancia!

Nel corso di pochi anni, il brand ha presentato prima la Lancia Musa – una Fiat Idea più elegante in sintesi – poi la fallimentare Lancia Flavia – una Chrysler 200 con un altro nome – e per finire la Lancia Thema – in realtà una Chrysler 300C con una griglia frontale diversa. Usare troppo spesso questa pratica, vantaggiosa sotto tanti aspetti economici può finire per spogliare un marchio della sua vera essenza, cosa che i clienti non sempre apprezzano.

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