Autovelox, come fa a beccarvi? Vi sveliamo tutti i “trucchi” che usa

Molti si chiedono come faccia l’autovelox a segnalare la velocità e ora questo mistero è giusto che venga finalmente svelato.

Guidare a velocità troppo elevate è fortemente sbagliato e se tutti quanti rispettassero i limiti di velocità ecco che non sarebbe necessario ricorrere agli autovelox. Questi infatti sono degli strumenti che permettono di segnalare a quanto sta marciando un determinato veicolo e a quel punto stabilire se merita una sanzione o meno.

Autovelox, come fa a beccarvi? Vi sveliamo tutti i "trucchi" che usa
Autovelox – Tuttomotoriweb.it

La storia dell’autovelox è comunque molto particolare, perché in Italia è apparso molti anni dopo rispetto alla sua reale progettazione. Ovviamente quando le automobili erano ai loro albori non era necessario utilizzare questi strumenti, considerando come le vetture non avessero nemmeno lontanamente la potenza di quelle attuali.

Anche il numero di vetture presenti sulle strade era ben diverso da quello odierno e dunque gli incidenti erano minori. I primi che capirono che qualcosa doveva cambiare per poter rallentare la voglia di velocità in strada fu la Germania. Fu infatti qui che nacque il primo storico autovelox della storia e il suo funzionamento si legava alle onde elettromagnetiche.

Il processo era dunque molto complesso e soprattutto non era pensabile che questo potesse essere allargato su scala mondiale. Ben diverso invece fu il progetto portato avanti da un grande ingegnere italiano come Fiorello Sodi, ma per la sua idea si dovettero aspettare gli anni ’70, con la sua idea che fu davvero geniale.

Fiorello Sodi crea l’autovelox: ecco come funziona

L’idea di Sodi era ben più semplice rispetto a quella ideata in passato in Germania e infatti l’autovelox si basava sui sensori di pressione. Questi venivano posizionati a una distanza tale da poter far sì che in un istante si potesse calcolare la velocità con la quale il veicolo si stava muovendo in quel determinato momento.

Autovelox ecco come funzionano
Autovelox (Ansa – Fuoristrada)

Fu il primo grande stravolgimento per quanto riguarda la velocità in strada, ma nel tempo sono nati tanti altri diversi autovelox. Uno di questi per esempio è il Tutor, molto noto e usato soprattutto in autostrada, con quest’ultimo che si basa su un calcolo nel lungo periodo. Si tratta infatti di un processo che dà modo di calcolare in quanto tempo un’auto ha effettuato un determinato tragitto e calcolando la velocità media si può capire se ha superato il limite di velocità.

Tra gli autovelox più “temuti” e noti ci sono anche i telelaser. Questi sono in assoluto i più complessi, infatti non solo sono in grado di riconoscere la targa e calcolare la velocità, ma allo stesso tempo anche di definire le immagini di chi sta guidando. Il telelaser è in assoluto il più complesso, in quanto è anche in grado di valutare altre possibili mancanze da parte dell’automobilista, come per esempio l’utilizzo del cellulare e la mancanza di una cintura di sicurezza.

Mediamente c’è da ricordare come in Italia vige l’obbligo di una tolleranza per quanto riguarda il limite di velocità e nella maggior parte dei casi è del 5%. Non è però sempre così, alle volte può anche essere di meno e dunque rispettate sempre i limiti per non rischiare di incappare in multe davvero molto costose.

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