Automotive, l’Italia rischia danni seri: l’annuncio del Presidente preoccupa il Paese

Sebbene siano passati diversi anni dallo scandalo, il “diesel-gate” influenza ancora il mercato dell’auto. Ecco la prospettiva allarmante.

Era il 2015 quando in Europa e nel mondo scoppiava quello che i media avrebbero ribattezzato come “diesel-gate”. L’affare riguardava la falsificazione da parte del Gruppo Volkswagen delle dichiarazioni relative alla emissioni di inquinanti dei sui veicoli alimentati a gasolio.

Uno scandalo colossale che portò al ritiro di migliaia di vetture e al blocco delle omologazioni di quelle nuove, oltre che all’arresto e alla condanna di tre dirigenti. Dal punto di vista sportivo, a subire maggiori danni fu il programma WRC. Reduce da quattro titoli piloti e costruttori consecutivi, il team uscì di scena nel peggior modo possibile.

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Automotive, che rischio per l’Italia (fuoristrada.it)

Nonostante da allora sia trascorso parecchio tempo, gli esiti si stanno facendo tuttora sentire e a spiegarne in che senso e in quali termini ci ha pensato Roberto Vavassorri, appena eletto presidente della ANIFA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica).Già membro del board di Brembo e in carica fino al termine del 2026, analizzando lo stato attuale dell’automotive, non ha nascosto alcune preoccupazioni.

Il “diesel-gate” fa ancora male, ecco perché

Tornando con la mente al quadriennio 2012 -2015 che già lo aveva visto alla guida della ANFIA, ha sottolineato come l’intero panorama sia diverso. “La Cina produceva 15 milioni di auto, ora supera i 26 milioni. In Italia ne uscivano 397mila, adesso invece tocchiamo quota 470mila. Purtroppo in mezzo c’è stata la vicenda diesel che sicuramente ha creato della sfiducia“, ha affermato in esclusiva al sito Sicurauto.it

A proposito dell’affaire, il manager si è sentito di correggere il tiro ed indirizzare il radar sul marchio tedesco, più che sul tipo di carburante. “A conoscere l’imbroglio erano non più di duecento tecnici, ma le loro azioni hanno gettato discredito su 12 milioni di lavoratori“, ha denunciato mettendo in evidenza come le cattive azioni di qualcuno abbiano finito per danneggiare l’industria, specialmente quella del Vecchio Continente.

Il dieselgate Volkswagen ha creato sfiducia tra gli automobilisti
Il dieselgate continua a influenzare il mercato dell’auto (Pixabay) – Fuoristrada.it

Per colpa di questi fatti, abbiamo dovuto cominciare a rincorrere, dopo un secolo di preminenza“, ha detto chiaro e tondo.

Spostando il focus sull’Italia non c’è molto da sorridere. La vendite sono abbastanza stagnanti e la produzione è sempre più demandata ad aziende fuori confine. “Il mio mandato ambisce a riportare la realizzazione della componentistica all’80%, ma è sicuro che nel prossimo decennio i riferimenti saranno l’Asia e la Cina”, il proposito che non nasconde la metamorfosi dell’automotive.

Agganciandosi a tale supremazia asiatica, il 62enne ha suggerito un classico approccio utilitaristico, quello di allearsi con i propri nemici e di fare in modo che il regime concorrenziale diventi più trasparente, livellando le tariffe dei dazi per esportazione e importazione.

Tra i punti cruciali su cui lavorare anche la creazione di standard comuni su aspetti come consumi, produzione ed emissioni. “Per quanto concerne le Stivale, dobbiamo  prendere consapevolezza su come espanderci all’estero. Ciò può essere fatto on continui confronti con il Governo in merito alla logistica e all’energia“, ha chiosato consigliando di concentrare sul territorio le lavorazioni di alto livello, delocalizzando il resto.

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