Stellantis: la mossa taglia prezzi, così si battono i cinesi

Stellantis studia la mossa per contrastare l’industria cinese. Pronto il taglio dei prezzi: la decisione della holding. 

Negli ultimi anni la Cina sta investendo davvero molto nel settore delle automobili. L’industria automotive del Paese del Dragone è cresciuta in modo esponenziale. In Asia è ormai la principale concorrente del colosso Giappone. E anche sul mercato internazionale le aziende cinesi stanno facendo registrare numeri davvero importanti che mettono in difficoltà, e non poco, Europa e Stati Uniti.

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Tavares chiede uno sforzo ai fornitori (Stellantis Media) – Fuoristrada.it

La Cina ha approfittato del momento di transizione dell’industria dei motori capitalizzando al massimo l’esplosione del settore dell’elettrico. Oggi la Cina è un paese leader nella vendita di veicoli sostenibili sul mercato internazionale (anche grazie alla politica sul mercato che prevede prezzi accessibili per i loro prodotti), e nell’esportazione dei materiali di produzioni necessari alla realizzazione di questa tipologia di mezzi.

L’ascesa cinese preoccupa, e non poco, la concorrenza internazionale. I grandi colossi provano a correre ai ripari per tentare di arginare il dominio del Paese del Dragone. Anche il gruppo Stellantis, uno dei giganti dell’industria mondiale, è pronto a passare alle contromisure.

La decisione di Stellantis

Il parametro principale da tenere d’occhio per un produttore di automobili è certamente il profitto, ovvero la differenza tra quanto viene incassato dalla vendita di un’auto e il costo che ha avuto produrla.

Proprio su quest’ultimo fattore punta a lavorare Stellantis. Il CEO della holding ha infatti voluto fare un appello alla rete di fornitori del gruppo, nella speranza di ottenere un abbassamento dei costi di produzioni dei propri modelli che permettano di abbassare il costo alla vendita delle automobili e di conseguenza contrastare i bassi prezzi dell’industria cinese.

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Tavares chiede uno sforzo ai fornitori (AnsaFoto) – Fuoristrada.it

Secondo l’azienda, questo è l’unico modo per fermare l’avanzata dell’industria cinese. Il gruppo già nelle proprie aziende sta attuando un modello che porti ad una ottimizzazione dei costi degli stabilimenti, anche maggiormente concentrando la produzione delle auto (ben cinque saranno prodotte in Italia nello stabilimento di Melfi) pur con diverse proteste legate alla riduzione del personale.

Serve però, come specificato da Tavares, che anche i fornitori facciano la loro parte per poter tagliare i prezzi delle auto elettriche dei marchi controllati dalla holding. I dati, al momento, sembrano dare ragione al gruppo.

Nell’ultimo trimestre è stata rilevato un aumento del margine operativo lordo (EBITDA), che nella prima metà del 2023 è salito al 14,4%. La strada, insomma, sembra quella giusta, ma serve il contributo dei fornitori per ulteriori passi avanti che possano seriamente contrastare i numeri dell’industria cinese.

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