Auto, lusso per poche nazioni: in pochissime possono vantare almeno un marchio

Sono davvero poche le nazioni che hanno una propria casa automobilistica. Si possono quasi contare con le dita. Ecco di quali si tratta.

Avere una propria industria dell’automobile è un lusso riservato a poche nazioni. Ci sono marchi iconici, che hanno una storia lunghissima e che evocano stile, prestigio e potenza e poi esistono marchi meno conosciuti e diffusi, ma che comunque hanno il loro mercato. Tuttavia, le nazioni che possono vantare almeno un marchio nel loro territorio sono davvero poche.

L’industria automobilistica è un elemento molto importante nell’economia di un Paese e riuscire a vendere le proprie auto anche all’estero può portare a un guadagno considerevole. Si potrebbe definire un settore fondamentale, almeno in Italia, ma come accennato non tutte le nazioni possono vantare la presenza di almeno un marchio automobilistico nel loro portfolio industriale.

Automobili nel mondo
Le nazionalità delle automobili che guidiamo sono poche (Canva) – Fuoristrada.it

Secondo quanto riferiscono le statistiche diffuse dall’OICA alias Organizzazione Internazionale dei Costruttori di Automobili, sono solo 15 le nazioni del mondo che attualmente ospitano almeno un marchio automobilistico. Tra queste, la maggior concentrazione di marchi ce l’hanno gli Stati Uniti, insieme all’Europa occidentale e l’Estremo Oriente. Ci sono stati che hanno molti marchi, ma pochi invece che hanno almeno un marchio.

Per esempio, negli Stati Uniti troviamo ben 10 marchi e alcune delle case automobilistiche più iconiche al mondo: dai potenti motori V8 di Cadillac alla raffinatezza senza tempo di Lincoln, fino alle più comuni Ford. Certamente gli Stati Uniti rappresentano una pietra miliare nel mondo delle auto.

Le auto europee e orientali: tutte negli stessi Paesi

Arrivando all’Europa occidentale, ovvero a noi, le nazioni che hanno più marchi sono la Germania, la Francia, l’Italia e il Regno Unito. Qui si trovano alcuni dei marchi più prestigiosi al mondo. Per esempio la Germania ha 7 case ed è rinomata per marchi come Mercedes-Benz, BMW e Audi, ma anche Opel – primo a essere nato – che ha fatto parte di GM per molti anni. In Francia si trovano 5 case d’auto, con macchine di classe senza tempo come Bugatti, ma anche la DS Automobiles nata da poco. Infine c’è l’Italia 8 marchi, patria della passione e dello stile, nota per i suoi marchi di lusso come Ferrari, Lamborghini e Maserati, ma anche per il gruppo FIAT. Invece il Regno Unito ne ha 7 e vanta la tradizione di Bentley e Rolls-Royce, ma non solo.

Lexus automobili Giappone
Lexus, un marchio giapponese: in Giappone ci sono diversi costruttori indipendenti (Lexus) – Fuoristrada.it

In Estremo Oriente, ci sono le potenze Giappone – 11 marchi – e Corea del Sud – 5 marchi – che si distinguono per la loro innovazione e una linea futuristica. Marchi come Lexus e Infiniti rappresentano il meglio del lusso giapponese, mentre Honda e Toyota sono il massimo per le auto di tutti i giorni. Anche Genesis si sta facendo strada come marchio di lusso emergente dalla Corea del Sud, che prova a rispondere ai giapponesi con la Hyundai e la Kia. Al di fuori di queste nazioni, ci sono poi Russia, Cina e India che stanno iniziando a farsi strada, rispettivamente con 2, 13 e 3 marchi. Anche se con produzioni ancora limitate e orientate principalmente al mercato nazionale.

Oltre alle nazioni già citate, ci sono infine stati che vantano un marchio: in Malesia con Proton, Repubblica Ceca con Skoda, ne troviamo uno in Romania con Dacia, due in Spagna che conta Seat e Cupra e uno in Svezia con la storica Volvo. Solo 15 nazioni in totale. Il mondo dell’auto è un regno riservato a pochi eletti! Non è da tutti riuscire a sostenere la produzione e soprattutto avere la capacità di fondere stile, affidabilità e prestigio per creare modelli che piacciano e che diventino iconici. È anche difficile entrare nel mercato, con marchi leggendari che hanno influenzato generazioni. Forse ora con l’elettrico c’è un po’ di spazio extra sul mercato, ma aumentano anche i costi.

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