Suzuki, quando tutto sembrava finito, i lavoratori hanno fatto questo: una storia esemplare

Suzuki è uno dei brand più importanti in assoluto. Questa volta ha dimostrato ampiamente di poter resistere al meglio in questo modo.

Fra le aziende motoristiche più importanti al mondo, allo stato attuale, figura sicuramente anche Suzuki. L’azienda giapponese, che fra le sue file ha un settore legato all’automobilismo e un altro al motociclismo, può vantare un’enorme quantità di successi.

Suzuki, quando tutto sembrava finito, i lavoratori hanno fatto questo: una storia esemplare
Suzuki (fuoristrada.it – Canva)

Soprattutto dal punto di vista delle due ruote, anche grazie al fatto che la società nipponica è stata perfettamente in grado di tenere il passo delle più grandi rivali sul mercato.

Anzi, spesso è stata pure capace di sopravanzarle nettamente. Senza dimenticare i successi sportivi, che sono tantissimi e pure meravigliosamente indimenticabili. L’ultimo di rilevanza internazionale è arrivato nel 2020 in MotoGP, con Joan Mir – in una stagione decisamente caotica – che ha spezzato il dominio iridato di Marc Marquez e della Honda. Da quel momento, però, di cose ne sono cambiate parecchie.

Suzuki, che forza i lavoratori: una storia con lieto fine

E’ passato poco più di un anno da quando Suzuki ha deciso di dire basta con la MotoGP, nonostante un contratto valido fino al 2026 per rimanere in classe regina. Un momento incredibile, ma soprattutto inspiegabile per moltissimi addetti ai lavori rimasti senza un’occupazione a fine 2022; parliamo di circa 50 membri del team, che scoprirono la rivoluzionaria decisione il giorno stesso in cui venne annunciata. L’unico dello staff Suzuki con un contratto valido ben oltre il 31 dicembre 2022 era Livio Suppo, il team manager. Questi è rimasto a supervisionare la liquidazione di tutte le attrezzature e i contratti con i fornitori, venendo assistito da Roberto Brivio.

suzuki addio motogp
Suzuki, un anno dopo l’addio alla MotoGP: la situazione (fuoristrada.it – Ansa)

Sei membri sono rimasti a lavorare presso la Suzuki Motor Corporation di Hamamatsu; Shinichi Sahara, capo progetto, è passato alla divisione dei motori marini. Anche il direttore tecnico, Ken Kawauchi, è rimasto in Suzuki. I due piloti, Alex Rins e Joan Mir, hanno trovato nuova occupazione: Il primo in LCR Honda (ma il prossimo anno correrà in Yamaha al fianco di Fabio Quartararo) e il secondo in Honda HRC. Alcuni ex Suzuki sono arrivati in Aprilia. Yuta Shimabukuro, ex ingegnere dati di Rins, è finito in GasGas Tech3.

Mitia Dotta, Team Coordinator, in Aprilia. Frankie Carchedi, ex ingegnere di pista di Mir, è finito in Gresini come ingegnere di pista di Fabio Di Giannantonio. Claudio Rainato (ingegnere di dati di Mir) e e Jacques Roca (meccanico di Mir) in Ducati VR46. Marco Rosa Gastaldo (meccanico di Mir) in Gresini, Tsutomu Matsugano (meccanico di Mir) in Moto2 Team America, Fernando Mendez (meccanico di Mir) in Aprilia RNF, Manuel Cazeux (ingegnere di pista di Alex Rins), Davide Manfredi (meccanico Rins) in Aprilia, Tiziano Verniani (meccanico Rins) in Ducati Pramac, Paco Nogueira (meccanico Rins) in Aprilia RNF, Jordi Melendo (coordinatore dei ricambi) in GasGas Tech3.

Francesco Munzone (ingegnere di rendimento) in Moto2 alla MV Agusta. Nicolas Piantoni, Matteo Gaio e Giorgio Ripoli (ingegneri di rendimento) in KTM. Tom O’ Kane (ingegnere di rendimento) in Yamaha. Mattia Bonfanti (Chef Hospitality) in Aprilia RNF. Dario Decio (Hospitality Coordinator) in VR46, Alessio Armigeri (Cuoco Hospitality) in Yamaha, Akira Yamajuku in Suzuki.

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