Terremoto Fiat, addio definitivo: la notizia sconvolge, si chiude un’epoca

Quale sarà lo sviluppo delle vetture della casa torinese? La domanda che si pongono gli automobilisti italiani.

Fiat è un marchio del gruppo Stellantis con una storia lunghissima alle spalle. La casa automobilistica è stata fondata alla fine del XIX secolo e nel corso degli anni ha allargato le sue produzioni, fino a diventare uno dei gruppi industriali e finanziari italiani più importanti del Novecento e più noti nel mondo.

Terremoto Fiat, addio definitivo: la notizia sconvolge, si chiude un'epoca
FIAT – Fuoristrada.it

Dopo aver superato crisi e trasformazioni, Fiat  è ora parte di un gruppo internazionale, ma resta un riferimento nel contesto economico della Penisola, da un punto di vista sia produttivo che commerciale. In altre parole Fiat ha rappresentato, con le sue vetture, una parte cospicua della vita economica, politica e sociale del Paese, influenzando costumi e comportamenti.

Cosa succederà in futuro alle vetture Fiat?

Oggi il mercato automobilistico globale è alle soglie di una grande trasformazione, stretto com’è tra l’introduzione di veicoli elettrici a batteria, le limitazioni delle emissioni di gas inquinanti e lo sviluppo di una mobilità sostenibile. Anche Fiat deve confrontarsi con i cambiamenti in corso a partire dalla produzione di nuovi modelli di BEV (Battery Electric Vehicle). Ma quali sono le strategie in casa Fiat?

scelte produttive in casa Fiat
Il volante della 500, l’utilitaria Fiat per eccellenza – canva – fuoristrada.it

Negli ultimi anni si è registrato un costante calo dei nuovi modelli proposti al pubblico. L’attuale amministratore delegato, il francese Olivier François si è impegnato a rinverdire i successi del passato, a partire dalla nuova Panda in versione elettrica. C’è il rischio tuttavia di limitare ulteriormente la produzione dei modelli di utilitarie, che hanno segnato la vita dell’azienda torinese con auto economiche accessibili a tutti.

Immaginare un modello elettrico dai prezzi contenuti, per quanto essenziale e minimal, è un compito  difficile. Le auto più economiche del settore elettrico, nel mercato europeo, sono la Renault Twingo e la Dacia Spring con prezzi che oscillano tra i 21 e 22mila euro. Immaginare una vettura elettrica Fiat con un costo minore è alquanto difficile. Val la pena di ricordare che le city car Fiat elettriche, la500 e la 600e, costano più di 30mila euro, non certo il prezzo di un’utilitaria.

È tutto il comparto delle BEV a essere ancora fuori dalla portata di molti automobilisti. Esiste la Topolino elettrica a costi limitati, ma si tratta di una minicar, ben diversa da un mezzo comune. La sfida è complicata, perché la concorrenza sul mercato è fortissima e vendere un’auto elettrica con un prezzo tra i 15 e i 20mila euro, con componenti di buona qualità, dalla linea intrigante e dal costo contenuto non è semplice.

Senza dimenticare un aspetto centrale: le utilitarie sono state sempre costruite in Italia, con un impulso decisivo al lavoro nel Paese. Spostare la produzione all’estero per contenere i costi, potrebbe avere conseguenze gravi per l’occupazione, ben oltre la produzione di utilitarie.

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