Michael Schumacher, il retroscena di Binotto è da brividi: lo faceva sempre ed era unico in questo

L’ex team principal di Ferrari, Mattia Binotto, ha svelato un retroscena su Michael Schumacher che ha messo i brividi a tutti i fan del tedesco e della rossa di Maranello.

Potranno passare decenni e anche secoli, ma il rapporto tra la Ferrari e Michael Schumacher sarà sempre indissolubile. Il binomio creato dal pilota tedesco e dalla monoposto di Maranello è qualcosa che non ha precedenti nella storia della Formula 1 e che non sarà mai ripetibile nella storia del motorsport. Lo sanno bene i fan della “Rossa” e lo sa benissimo anche l’ex team principal di Ferrari, Mattia Binotto.

michael schumacher
Michael Schumacher (Fuoristrada.it)

Lui infatti ha cominciato la propria carriera in Ferrari poco prima che “Schumi” divenisse la prima guida della monoposto. Dopo essersi laureato, Binotto ottene il posto come ingegnere della scuderia di Maranello ed ha lavorato i primi anni con Alesì e Berger. Nel 1995, primo anno del sette volte iridato in Italia, la squadra ha effettuato le prime prove della nuova monoposto all’Estoril, in Portogallo. In quei primi giorni Michael non aveva ancora la tuta ufficiale né gli sponsor, dunque non aveva confidenza con l’ambiente e la squadra, ma ha subito fatto capire di che pasta era fatto.

Mattia Binotto svela un retroscena incredibile su Michael Schumacher: da brividi!

Ospite del Panathlon Club di Parma insieme a Giampaolo Dallara e Aldo Costa, l’ex team principal di Ferrari ha cercato di spiegare l’influenza che Schumacher ha avuto nella sua vita professionale partendo da un racconto. Il racconto era proprio quello dei primi test dell’Estoril del 1995 e Binotto ha esordito in questo modo: “Ricordo ancora quando andammo all’Estoril per i test, quella reazione di Schumacher ci lasciò tutti sorpresi”.

Retroscena Schumacher
La mentalità vincente di Schumi – Ansa – Fuoristrada.it

La squadra era abituata alla metodologia di lavoro dei precedenti piloti, dunque si è presentata in pista alle 8:30 con la convinzione che Schumacher sarebbe arrivato solo 10 minuti prima dell’inizio delle prove – fissato per le 9 – per fare il primo giro in auto. All’arrivo in pista, però, trovarono una sorpresa: “Michael era già lì, seduto sulle scalette del motorhome che ci faceva il segno dell’ora. Ci diceva che alle 8 bisognava fare tutte le mattine il meeting, per parlare del programma e decidere cosa fare, per poi avere alle 9 la massima efficienza”.

Quella lezione di professionalità ha cambiato il modo di lavorare della Ferrari e di tutti coloro che facevano parte del team in quel periodo. Binotto spiega che gli anni con Schumacher sono stati formativi e che tutte le lezioni date dal pilota gli sono rimaste dentro: “E credo che quella mentalità ce la siamo portata poi anche nelle nostre esperienze successive. Io me lo porto dietro ancora oggi nel mio percorso professionale”.

Un racconto, quello di Binotto, che non sorprende più di tanto ma conferma la grande professionalità e la mentalità vincente di questo grandissimo pilota. Sebbene fosse dotato di un talento fuori dal comune, Schumacher non lasciava nulla al caso, era un perfezionista e questo gli ha consentito di superare qualsiasi record fosse stato fatto da chi lo aveva preceduto.

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