Auto, l’Europa pronta a rispondere alla Cina: alleanza Stellantis, Renault e Volkswagen?

La Cina è vicina e l’avanzata nell’industria dell’Automotive 2.0 è preoccupante. Potrebbe arrivare una mossa estrema dai principali marchi europei.

Il boom dei nuovi brand cinesi, favoriti da politiche europee permissive, ha cominciato a far tremare le gambe anche alle realtà più potenti al mondo, come Stellantis e Volkswagen. C’è chi ha iniziato a stringere accordi con i player cinesi, sullo stampo del detto: “tieniti stretto gli amici, ma ancor più vicino i nemici“. Una valutazione che ha portato anche il CEO di Stellantis, Carlos Tavares, a fare accordi con Zhejiang Leapmotor Technologies, società di Hangzhou, nata nel 2015.

Auto, l'Europa pronta a rispondere alla Cina: alleanza Stellantis, Renault e Volkswagen?
Stellantis, la necessità di un accordo (Ansa) fuoristrada.it

Nonostante un agglomerato di marchi top, tra cui Alfa Romeo, Peugeot, Citroen, Fiat, Jeep, Opel, Maserati, il Gruppo nato dalla fusione tra FCA e PSA si sta guardando intorno. La crescita di BYD che, ad inizio 2024, sta oscurando anche un gigante dell’elettrico come Tesla spaventa non poco. L’obiettivo dei vertici del quarto costruttore di automobili al mondo è quello di porre le basi alla radicale trasformazione elettrica, portando sul mercato un numero di nuovi modelli crescenti.

Basterà una nuova Lancia Ypsilon o una nuova serie di Panda per fronteggiare l’offensiva del Dragone Rosso? Lo scenario risulta essere sempre più di difficile interpretazione. L’accordo con il produttore cinese Leapmotor, quotato a Hong Kong nel 2022, ha avuto un rialzo importante alla fine dello scorso anno, con un valore di mercato di 5,4 miliardi di dollari al momento dell’accordo. Tavares avrebbe in mente anche altre strategie per fronteggiare lo sviluppo della concorrenza asiatica.

Potendo fare affidamento su materie prime pressoché infinite e un trattamento dei lavoratori molto diverso rispetto a quello del mercato europeo, i prezzi delle auto cinesi risulteranno sempre più bassi. Un gioco al massacro per i produttori storici europei che, come accaduto in passato anche per altre tecnologie, rischiano di non poter reggere il confronto con i giganti stranieri.

 Stellantis, la necessità di un accordo

Negli ultimi 30 anni i marchi hanno cominciato ad allearsi per la condivisione di uomini, spazi e soprattutto piattaforme. La vicinanza, sempre più evidente, stilistica e motoristica tra le auto deriva dalla necessità di produrre vetture come stampini. Nel momento in cui uno status symbol si è ridotto ad uno smartphone su quattro ruote che porti da un punto A ad un punto B, è chiaro che non vi potrà essere altra soluzione che affidarsi al prodotto più economico. Non mancano le polemiche con il Governo italiano. 

La Cina è vicina e l’avanzata nell’industria dell’Automotive 2.0 è preoccupante
Alleanza Stellantis, Renault e Volkswagen (Ansa) fuoristrada.it

Di conseguenza la Cina si sta affacciando sul Vecchio Continente con mani piuttosto lunghe ed unghie affilate. Per fronteggiare lo strapotere cinese c’è bisogno di una alleanza tra Stellantis, Volkswagen e Renault. C’è anche un risvolto sul mercato del lavoro pericoloso. Per tenere bassi i prezzi risulterà improbabile costruire in Italia, ad esempio, le vetture. Ecco perché stiamo assistendo ad una migrazione delle factory in Polonia e Serbia.

Bloomberg, in un report molto interessante, ha annunciato come la BYD Dolphin costi all’incirca 7mila euro in meno rispetto a una Volkswagen ID.3, quella che avrebbe dovuto avere un impatto, nella nuova industria dell’Automotive, pari al Maggiolone o alla Golf. Con le proposte alla spina della gamma ID, la VW è entrata in una profonda crisi e sarà costretta a dei tagli. La concorrenza cinese, invece, continua a crescere ad un ritmo ineguagliabile.

L’idea di una unione tra i principali Gruppi europei interesserebbe a tutti, da Tavares a Luca De Meo, attuale CEO del Renault Group. Con una super alleanza tra Stellantis, Renault e Volkswagen i costi di produzione delle EV sarebbero ammortizzati. In tal caso aspettiamoci degli stampini con soli gruppi ottici differenti. Probabilmente un accordo tra i principali attori protagonisti del mercato europeo renderebbe possibile anche una riduzione dei costi delle batterie.

Rimane il problema delle materie prime che sono sotto il controllo della Cina, della Corea e di altre Nazioni asiatiche. In modo silente gli storici marchi dell’industria dell’Automotive stanno rischiando, seriamente, di fallire. L’unica strada per la sopravvivenza è rappresentata da una alleanza nello scacchiere europeo del car market. Senza una riduzione drastica dei prezzi delle EV nostrane, con una politica congiunta, il rischio concreto è far dominare il Gigante asiatico nel futuro prossimo.

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