Allarme in Italia, automobilisti e motociclisti nel panico: il rischio è pericoloso

In Italia si sta verificando un fenomeno che sta coinvolgendo diversi automobilisti e motociclisti, che è bene non sottovalutare. Le conseguenze per chi lo pratica sono davvero gravi, è bene esserne consapevoli.

Essere prudenti per automobilisti e motociclisti non può che essere fondamentale, non solo per evitare di non rispettare il Codice della Strada e subire così una multa. Questo diventa infatti fondamentale per non causare pericoli a sé stessi o agli altri, cosa che può avvenire anche solo per una semplice distrazione non voluta.

Allarme in Italia, automobilisti e motociclisti nel panico: il rischio è pericoloso
Attenzione ai comportamenti sbagliati al volante – Foto | Canva – Fuoristrada.it

Nonostante questo, c’è chi agisce comunque indisturbato e non tiene in considerazione questa regola non scritta, ma determinante. Non sono pochi, infatti, i comportamenti avventati da parte di molti, che possono avere anche gravi conseguenze. Uno di questi, in modo particolare, sta diventando sempre più diffuso e ha avuto in più occasioni un effetto davvero devastante.

Automobilisti e motociclisti lo fanno ma è pericoloso

Ma qual è il comportamento che ha per protagonisti tanti automobilisti e motociclisti che può essere pericoloso ma che tanti continuano a fare incuranti dei rischi? Il riferimento è a quanto si mettono alla guida e finiscono per essere distratti da altro, scelta che può però essere pagata a caro prezzo.

Non sono poche, infatti, le persone che scelgono di realizzare addirittura dirette social per comunicare con i loro follower quando stanno guidando senza tenere presente quanto possa bastare pochissimo per essere coinvolti in un incidente. E gli esempi di questo tipo che riempiono le pagine di cronaca sono purtroppo ancora troppo numerosi.

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Non si riesce a lasciare lo smartphone nemeno al volante – Foto | Canva – Fuoristrada.it

Un modo di agire simile ha però poco senso, visto che non stiamo parlando di qualcuno che ha assoluta necessità di comunicare su strumenti quali Facebook o Instagram, chi ne è appassionato potrebbe farlo benissimo in un altro momento. A spiegare cosa spinga a farlo ci ha pensato Federica Biassoni, responsabile dell’Unità di ricerca in Psicologia del Traffico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano: “Si tende troppo spesso a sottovalutare il rischio – ha detto a ‘La Gazzetta dello Sport’ -.  Se poi si chiede ai ragazzi rispondono che “sì, certo che è rischioso, ma non è poi così rischioso”.

Pensare che questi pensieri riguardino però solo i giovani sarebbe però, a suo dire, riduttivo: “Non è corretto generalizzare sulla base di una generazione – ha ribadito -. Le auto sono sempre più sicure ma anche più complicate, rispetto al passato abbiamo sempre il cellulare tra le mani, che consente di fare sempre più cose. Aumentano le possibilità e aumentano anche i rischi. Tutto viene ritenuto di pari valore”.

È importante cambiare

Ma noi cosa possiamo fare di concreto per permettere che questo fenomeno (non sono state poche le vittime legate a incidenti stradali di questo tipo) possa almeno ridursi? Parlarne non può che essere importante, in modo tale che possano sapere a quali rischi si può andare incontro.

“È come se fosse tutto piatto, tutto uguale. Anche questa cosa di dover far vedere ogni momento della nostra vita fotografando e postando il piatto che mangio, il video mentre si è alla guida dell’auto – ha detto ancora Biassoni -. Mi colpisce questo postare tutto sui social, significa uniformare”.

I ragazzi non vedono l’ora di poter guidare, convinti di poter essere indipendenti, ma è importante siano consapevoli die rischi a cui possono andare incontro: “C’è da fare un’educazione, anzi, una formazione specifica rivolta a persone che hanno cominciato ad essere da poco utenti autonomi della strada. In pochissime autoscuole si parla di cosa possa accadere quando si è alla guida di un’auto. Se avessimo a disposizione un dispositivo su tutti i cellulari o le auto che disattivasse alcune funzioni dei nostri telefoni appena si sale in macchina avremmo risolto il problema. Cambiare le menti è però difficile – ha concluso.

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