Volkswagen, ora è notte fonda davvero: non era mai successo, il marchio è in ginocchio

Sono tempi difficili per gli operai che sono impiegati nell’industria dell’automotive. La tendenza delle Case costruttrici è quella di chiudere piuttosto che lanciare nuovi progetti. Ecco la scelta compiuta dalla Volkswagen.

C’era una volta la potente Germania che assumeva e non licenziava mai. Era un patto scritto, una garanzia che aveva portato milioni di persone a raggiungere gli stabilimenti teutonici in cerca di una occupazione stabile, di conseguenza di una vita sicura. Nessuno avrebbe mai nominato la Germania in cima alla lista dei Paesi con la qualità di vita più alta al mondo, ma c’erano validi motivi per vivere a basse temperature nella nebbia e nel grigiore.

Chiusura stabilimento Volkswagen
Chiusura stabilimento Volkswagen (Ansa) Fuoristrada.it

Da oggi una pagina di storia negativa si è abbattuta sulla Volkswagen. Il Gruppo dopo il dieselgate ha puntato tantissimo sulla tecnologia elettrica con scarsi risultati. Il calo di vendite ha portato ufficialmente alla chiusura di Dresda, dopo ben 88 anni. Sarebbe dovuto rimanere il simbolo delle capacità ingegneristiche di Volkswagen e dedicato all’assemblaggio delle VW di fascia alta, ma qualcosa negli ultimi tempi è andato storto.

Stop per Volkswagen

Dal 2002, a Dresda, sono stati prodotti meno di 200mila veicoli. Per il responsabile del marchio VW, Thomas Schafer, chiudere lo stabilimento “da una prospettiva economica era essenziale”. Da martedì 16 dicembre lo stabilimento si è fermato. Un blocco in una fase in cui il costruttore sta avendo una debole domanda, a causa della crescita dei brand cinesi in Europa, oltre ai dazi Usa.

Volkswagen chiude in Germania
Stop per Volkswagen a Dresdra (Ansa) Fuoristrada.it

Il Gruppo di Wolfsburg prevede di investire circa 160 miliardi di euro nei prossimi cinque anni. Il budget a rotazione, aggiornato annualmente, è stato ridotto negli ultimi anni. Per il periodo dal 2023 al 2027, la cifra equivalente era di 180 miliardi. I cambiamenti che si sono resi necessari fanno parte di un accordo stipulato con i sindacati lo scorso anno, che porterà anche al taglio di 35.000 posti di lavoro in Germania.

L’impianto di Dresda era sarà affittato all’Università Tecnica di Dresda per istituire un campus di ricerca per lo sviluppo di intelligenza artificiale, robotica e chip. “C’è sicuramente pressione sul flusso di cassa nel 2026”, ha spiegato Stephen Reitman, analista di Bernstein. E ha aggiunto che il gruppo automobilistico tedesco sta cercando modi per ridurre la spesa e aumentare i profitti operativi. Non sarà facile, ma il piano inizia da Dresda.

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