Continua il periodo nero per i giganti dell’industria automobilistica europea, un possibile nuovo scandalo aleggia su uno dei marchi più importanti del settore e potrebbe portare a corposi risarcimenti a favore degli acquirenti.
Il fantasma del Dieselgate torna a far tremare l’industria automobilistica europea. Dopo più di un decennio, il colosso tedesco BMW si trova ad affrontare una nuova azione collettiva, intentata dall’associazione di consumatori olandese Consumentenbond, per la presunta falsificazione delle emissioni di ossidi di azoto (NOx) su migliaia di vetture diesel.
La questione riguarda specificamente circa 100.000 veicoli a marchio BMW e MINI venduti nei Paesi Bassi tra il 2009 e il 2019. L’accusa è che BMW abbia utilizzato un software installato sulle vetture durante la fase di omologazione, che avrebbe permesso di ottenere valori ridotti di emissioni soltanto durante i test. Un possibile Dieselgate 2.0, che potrebbe avere ripercussioni su scala europea, considerando che i veicoli venduti in Italia sono identici a quelli olandesi.
Consumentenbond sostiene che BMW abbia ingannato sia le autorità di controllo che i consumatori, e chiede ora che la società tedesca si prenda le proprie responsabilità e risarcisca tutti gli acquirenti coinvolti. Un’azione che trova il sostegno della fondazione Car Claim, che chiede il richiamo di tutte le auto interessate e l’indennizzo ai proprietari attuali ed ex di questi veicoli.
Al momento, BMW conferma che non è ancora stato presentato alcun richiamo ufficiale. Nonostante la procedura giudiziaria sia stata già avviata, Car Claim invita BMW a dialogare per trovare una soluzione equa, cercando una sorta di patteggiamento.
Se le accuse dovessero essere confermate, si tratterebbe di uno scandalo di dimensioni epocali, che potrebbe coinvolgere migliaia di automobilisti in tutta Europa. Un rischio che BMW non può permettersi di sottovalutare, considerando le possibili ripercussioni economiche e di immagine.
La questione è ancora in fase di sviluppo e non è ancora chiaro quale sarà l’esito finale. Tuttavia, è certo che gli occhi di tutti gli automobilisti europei, e non solo, sono puntati su questa vicenda, in attesa di capire se e come BMW risponderà alle accuse.
In Italia, come nel resto d’Europa, gli automobilisti attendono con ansia gli sviluppi della vicenda. Se le accuse dovessero essere confermate, potrebbero essere in arrivo risarcimenti per tantissimi proprietari di vetture BMW e MINI. Una situazione che mette a rischio il colosso tedesco, chiamato a rispondere a una richiesta inaspettata e potenzialmente molto costosa.
La vicenda è un monito per l’intera industria automobilistica, che deve fare i conti con la crescente attenzione dei consumatori e delle autorità di controllo sulle questioni ambientali. Un monito che, si spera, porterà a una maggiore trasparenza e a una maggiore responsabilità da parte dei costruttori.
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