Il video di un esemplare di Lamborghini Countach, riemerso dopo 30 anni, sta facendo il giro del mondo. Dettagli unici per un valore da capogiro.
Chiunque sia cresciuto con i film d’azione anni ’80 ha sognato di toccare con mano una leggendaria Lamborghini Countach. Sul mercato attuale un esemplare tradizionale costa più di mezzo milione. La biposto prese vita da una idea geniale di Marcello Gandini che, dopo il successo della Miura, sconvolse le linee sinuose della Casa del Toro per aprire un nuovo capitolo. Lamborghini divenne uno dei marchi più desiderati al mondo, proprio grazie al lancio della Countach. La primissima versione venne presentata al Salone dell’Automobile di Ginevra del 1971.
Bassa, larga con linee taglienti e spigolose, sembrava arrivare da un altro pianeta. L’auto presentava lo stesso motore da 3.929 cm³ della Miura. A differenza dell’elegante coupé due posti, le linee erano futuristiche. La versione LP stava per la posizione del motore, longitudinale posteriore, mentre 400 indicava la cilindrata. La supercar era spinta da 375-385 CV DIN (280-287kW) a 8.000 giri al minuto. La top speed dichiarata era di 315 km/h. La Countach LP400 copriva lo 0 a 100 in 5,4 secondi, risultando una delle auto più veloci ai tempi.
Le sue linee sono rimaste immortali perché anche la Diablo, sua erede, e le successive hypercar Murcielago e Aventador sposavano lo stesso linguaggio stilistico. La Countach LP400 S “Blue Tahiti”, telaio 1016, aveva salutato gli Stati Uniti alla fine degli anni ’70 per finire nelle mani di un nuovo acquirente che l’aveva nascosta sotto un telo. Dopo decenni il capolavoro della Casa di Sant’Agata Bolognese è riemerso in Giappone.
L’opera d’arte emiliana è stata per anni ricercata dai collezionisti. La LP400 S deve molto agli ordini speciali dell’imprenditore Walter Wolf, che all’epoca era nelle grazie dell’ingegnere Gianpaolo Dallara. I prototipi avevano linee ancora più estreme. Le prime LP400 S Serie 1, dette “ribassate” valevano oro tra i collezionisti. Le prime 50 erano dotate dei famosi cerchi Bravo e le primissime 27 vantavano anche i piccoli contatori Stewart-Warner. Solo una manciata vennero verniciate nell’iconico Blu Tahiti.
La Countach ritrovata in Giappone non funzionava più e non venne mai esposta ed è coperta di polvere. Il motore aveva bisogno di una regolata, essendo rimasta immobile a fare la muffa, ma per il resto le condizioni erano perfette condizioni: cruscotto, tappeti, volante, pomello del cambio, luci, ruote Bravo. La supercar farà un viaggio in Italia per una revisione meccanica. Ferruccio avrebbe sorriso alla visione di questo capolavoro.
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