La tecnologia full electric continua a palesare degli enormi limiti e le vendite non sono in linea con le aspettative. La situazione di spaccatura è netta in Commissione europea.
L’Europa deve fare i conti con una crisi dell’automotive senza precedenti che è stata condizionata anche da una conclamata quanto prevedibile offensiva asiatica. Con la creazione di una nuova industria delle quattro ruote electric i marchi cinesi hanno potuto colmare il gap e sono cresciuti alla velocità della luce sul car market internazionale.
BYD ha scalzato Tesla che, comunque, aveva maturato una esperienza ventennale. Le auto elettriche hanno trainato la crescita delle auto a pila, ma poi i cinesi hanno cambiato strategia. BYD, infatti, è diventato un punto di riferimento anche nel settore delle ibride, riuscendo a produrre vetture sempre più efficienti e performanti.
La Commissione europea ha le sue responsabilità nel tracollo del prodotto interno, anche sul piano lavorativo. Era logico che la Cina, sorretto da un Governo proiettato alla crescita di nuove imprese, potesse avere terre rare e grandi opportunità per scalzare i marchi storici. Ursula Von Der Leyen ha commesso l’errore di stendere un tappetto rosso a una invasione che non si arresterà nemmeno con i dazi.
Scatta l’allarme in Europa
Acea e Clepa hanno chiesto alle istituzioni comunitarie di ricalibrare l’attuale percorso di riduzione delle emissioni di CO2 e rivalutare la dead line del 2035 sui motori termici. Le due associazioni hanno annunciato che il risultato programmato tra 10 anni non è più fattibile e si rischia solo di incancrenire di più la situazione.
Ben 150 dirigenti della filiera europea delle auto elettriche, tra cui Volvo e Polestar, vogliono che i target vengano rispettati, facendo gli interessi del colosso cinese Geely. Quindi la situazione si è spaccata e ci sarà presto un piano d’azione per proporre una E-Car elettrica europea, in stile kei car asiatiche, proprio per rispondere alle proposte cinesi.
La presidente della Commissione europea ha annunciato: “Milioni di cittadini hanno bisogno di vetture a basso costo. Credo che dovremmo investire in veicoli piccoli e accessibili per il futuro sia per soddisfare la domanda interna sia per l’esportazione. Per questa ragione proporremo di collaborare con l’industria a una nuova iniziativa denominata Small Affordable Cars (piccole auto accessibili)”.