Incidente drammatico: un treno in corsa, un’auto immobile sui binari, e la tecnologia che da amica diventa una trappola mortale.
Sembra la trama di un film dell’orrore, invece è successo davvero in un angolo sperduto dell’Irlanda. Un ragazzo di vent’anni, una Skoda Octavia e un navigatore satellitare che lo ha portato dritto in trappola. Una storia che fa accapponare la pelle, emersa solo ora nei dettagli dopo mesi di indagini.
Quel giorno di settembre il giovane guidava in una zona che non conosceva. Aveva già sbagliato strada una volta, così si era affidato al navigatore. Seguiva quelle frecce sullo schermo come un automa, senza pensare. E il navigatore lo ha condotto verso un passaggio a livello isolato, uno di quelli senza barriere né luci di avvertimento. Solo binari che attraversano la strada, in mezzo al nulla.
Trenta metri di volo, poi il miracolo
Il treno sfrecciava sulla linea Heuston-Westport, in Irlanda. Il macchinista ha visto quella macchina avvicinarsi troppo velocemente. Ha suonato il clacson, una, due volte. Ma l’auto continuava ad avanzare, come ipnotizzata. A bordo del treno c’erano 190 persone quando ha dovuto schiacciare il freno d’emergenza.
E poi è successo qualcosa di assurdo. La Skoda, invece di accelerare per mettersi in salvo, ha rallentato. Si è fermata proprio sui binari, come paralizzata. Il macchinista racconta che l’ha vista rallentare gradualmente fino a bloccarsi, proprio davanti al suo treno lanciato a 110 chilometri all’ora.
Lo schianto è stato tremendo. L’auto è volata via come una foglia al vento, scaraventata a più di trenta metri di distanza. È atterrata su un fianco, in mezzo a un campo. Il treno ha continuato la sua corsa per altri trecento metri prima di fermarsi completamente.
Ma qui arriva la parte più incredibile della storia. Sia il conducente che il passeggero sono sopravvissuti. Li hanno portati in elicottero all’ospedale di Galway. Il guidatore se l’è cavata con qualche graffio, mentre il passeggero dovrà affrontare una lunga serie di operazioni. Ma sono vivi, e questo ha del miracoloso.
Gli investigatori hanno scoperto che il giovane conducente aveva poca dimestichezza con la guida. Si era perso e si fidava ciecamente del navigatore. Non ha nemmeno rallentato all’avvicinarsi del passaggio a livello, come se il mondo reale fuori dal parabrezza non esistesse.
Le autorità ora cercano soluzioni. Vorrebbero installare segnali elettronici, ma non possono portare l’elettricità in quel punto per una disputa con un proprietario terriero. Nel frattempo, stanno mettendo cartelli tradizionali. Uno mostra proprio un treno che investe un’auto, un’immagine cruda ma necessaria.
Il navigatore può indicarci la strada, ma non può guidare al posto nostro. Non può dirci di guardare se arriva un treno, non può suggerirci di usare il cervello invece di seguire ciecamente le sue indicazioni.