La casa italiana ha spesso ricoperto il ruolo di antesignana in tema di innovazione. Si può dire che anche nel mondo dell’elettrico, arrivò in anticipo
La storica casa automobilistica italiana FIAT, celebre per il suo ruolo di pioniere nell’ambito della ricerca e dell’innovazione, ha continuamente segnato il passo nel mondo dell’automobile. Sin dalle sue origini, l’azienda si è distinta per l’impegno costante nella ricerca di soluzioni innovative e all’avanguardia. Tuttavia, nel campo dell’automobile elettrica, FIAT potrebbe essere considerata una vera e propria precorritrice, addirittura in anticipo rispetto ai tempi dell’epoca. Infatti, questo slancio innovatore potrebbe aver comportato una sfida con i tempi e le esigenze del mercato dell’epoca.
In un periodo in cui la mobilità elettrica era ancora agli albori, FIAT si dedicava al progetto di veicoli alimentati a batteria, dimostrando una visione lungimirante e una certa audacia nell’affrontare sfide tecnologiche e di mercato. Il brand piemontese ha spesso corso il rischio di essere troppo in avanti rispetto alla domanda del cliente medio ed alla tecnologia disponibile. Tale audacia, pur se apprezzabile, potrebbe aver influito sui risultati commerciali del progetto di cui parliamo. In effetti, è stato una sorta di fiasco, evidenziando la complessità e le sfide legate alla predizione dei trend di mercato nel settore automobilistico.
L’attuale dibattito sulla mobilità elettrica è catalizzato dalla decisione chiave dell’Unione Europea di sospendere la vendita delle automobili a motore endotermico entro il 2035, un’imposizione che sta rivoluzionando il panorama automobilistico mondiale. È in questo contesto che emerge la rilevanza storica di un evento come la presentazione, al Salone di Ginevra del lontano 1993, del prototipo di utilitaria elettrica della FIAT denominato Downtown. Quel momento segnò un capitolo importante nella storia dell’industria automobilistica, poiché anticipò di decenni l’attuale fervore intorno alla mobilità elettrica.
La Downtown era una piccola citycar lunga appena 2,5 metri, ma in grado di ospitare fino a tre passeggeri. Era mossa da due motori elettrici da 9,5 volt ciascuno posizionati sulle ruote posteriori e da un pacco batteria al sodio-zolfo ricaricabile in otto ore. Quello che più sorprende, però, è l’autonomia che la citycar italiana era in grado di offrire: 300 chilometri ottenuti a velocità costante di 50 Km/h. Il dato è impressionante se consideriamo il periodo storico in cui è stato ottenuto e con le tecnologie e i materiali a disposizione.
Certamente, il peso ridotto al minimo aiutava, visto che faceva segnare appena 700 chilogrammi e la velocità massima raggiungibile si attestava sui 100 Km/h. Dati davvero fantascientifici per l’epoca in cui vennero conseguiti, considerando che ad oggi una tesla Model 3 Standard Plus nel consumo reale riesce ad ottenere il medesimo dato a oltre 30 anni di distanza. Ultima chicca è il design esterno, molto futuristico e frutto della maestria del designer statunitense Chris Bangle, padre della celebre FIAT Coupé e di vari modelli BMW dei primi anni del nuovo millennio.
Un progetto interessante ma che non ebbe un seguito: ai tempi, non c’erano colonnine per la ricarica in giro per le città e forse la casa capì di essere un po’ troppo avanti con i tempi. Ne vennero prodotti appena due prototipi prima che alla concept, per dirla con parole a tema, venisse “staccata la spina”.
Il cognome Schumacher continua a far parlare di sé in maniera continuativa e costante. Ecco…
L'automobile che stiamo per vedere sembra voler essere davvero una bella sorpresa a quattro ruote,…
Arriva dal Giappone una nuova auto ibrida, restyling di un modello che ha avuto già…
Duro colpo per la Volkswagen con il colosso tedesco che potrebbe fare i conti con…
Una particolarissima Ferrari aveva tra i propri strumenti di bordo sul cruscotto un oggetto decisamente…
La Renault ha svelato un nuovo SUV che si contraddistingue per una grande potenza ed…