Dr automobiles, c’è poco di italiano: ecco chi produce la parte più importante

Non si ferma il successo di Dr Automobiles, scopriamo però la ricetta vincente del marchio e da dove arriva il cuore di queste auto

Dr Automobiles, la giovane casa italiana si è piano piano ritagliata la sua fetta di mercato. E il 2023 per il brand fondato da Massimo Di Risio dovrà essere è quelle delle conferme importanti. Difficolta, per tutti i marchi, legate alle immatricolazioni e per adeguarsi alle norme sulle emissioni. Oltre a quelle per reperire i materiali.

DR Automobiles
un Suv della DR (Foto Instagram) – Fuoristrada.it

Eppure, Dr non solo è riuscita a difendersi, ma anche a brillare. Solo a dicembre 2022 sono state vendute 2.172 vetture e solo in Italia sono state ‘messe su strada’ 25000 automobili. E ora arriva la sfida più complicata. Varcare i confini nazionali e affacciarsi anche all’esterno. E in questo senso il prossimo autunno sarà cruciale perché arriveranno nuovi modelli che modificheranno il listino del brand tricolore. Stiamo parlando dei due nuovi marchi del gruppo: Sportequipe e Ickx, che si aggiungeranno a Dr ed Evo.

Ma cosa differenzia Dr dalle altre case? Prima di tutto stiamo parlando di un brand nato solo nel 2006, una sfida vinta dal suo ambizioso fondatore, Massimo Di Risio. E poi la strategia, importare i componenti di macchine prodotte in altri luoghi. Auto made in China, come la Chevy, la JAIC e la BAIC che da noi vengono commercializzate con altri nomi e altri marchi. Un modello che funziona.

I motori di Dr, da dove arrivano e la loro potenza

Ma dove vengono prodotti i motori delle Dr? Va detto che l’azienda con base in Molise non costruisce i suoi motori e come per gli altri pezzi arrivano dall’estero, dalla ACTECO che fa parte di Chery e anche in questo caso parliamo di Cina e per la precisione parliamo di propulsori da 1.5 a benzina, versione aspirata e turbocompressa. Che possono montare anche i bio-fuel, sia benzina che GPL. Si vai 144Cv a 154.

Su EVO, altro marchio del gruppo, troviamo i 1.5 turbo ed anche 1.6 aspirato che arrivano fino a un massimo di 150 CV. Poi ci sono quelli prodotti da un’altra azienda cinese la JAC 1.5 e 1.6 con potenze da 107 e 115 CV. E come in precedenza si può scegliere il benzina o GPL, che un’alternativa in questo momento, caratterizzato dalla transizione green, è molto premiata dagli automobilisti.

DR Automobiles italiana
La DR 4.0 (Foto Instagram) – Fuoristrada.it

Tutto made in China? Questo è un dato di fatto, ma non deve essere una discriminante. Perché i numeri del gruppo Dr sono assolutamente in crescita. Figli di una strategia di mercato ben precisa, tanti i suv sul listino, oltre a una piccolissima citycar la Dr 1 full Electric, ben otto a cui se ne aggiungeranno altri nei prossimi mesi venduti a prezzi accessibili.

Ed è proprio il rapporto qualità prezzo l’arma in più del brand italiano. Soprattutto in un periodo come quello attuale dove i prezzi delle automobili sono saliti tantissimo. E che hanno spinto molti automobilisti a buttarsi sul mercato dell’usato. E in questo contesto c’è chi ha premiato, e chi premierà, proprio Dr.

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