La Dacia è un marchio in enorme crescita e che sta dominando il mercato europeo, ma che ora si ritrova coinvolto in una situazione scomoda. Ecco la decisione che lascia tutti senza parole.
Da ormai alcuni anni a questa parte, la Dacia è diventata un punto di riferimento nel mercato dell’auto europeo, aumentando le proprie immatricolazioni ed arricchendo le casse del gruppo Renault, di cui fa parte da decenni. La Sandero è stata l’auto più venduta in Europa nel 2024, totalizzando oltre 309 mila immatricolazioni, ma anche il SUV Duster continua a regalare soddisfazioni, in attesa di valutare l’impatto con il mercato della nuova Bigster.
Insomma, tutto va a gonfie vele in attesa che vengano svelati i nuovi modelli futuri, a cominciare da una Sandero che diventerà prima ibrida e poi elettrica nel corso del prossimo biennio. Tuttavia, come un fulmine a ciel sereno, il CEO della Dacia, Denis Le Vot, ha annunciato le proprie dimissioni, a pochi mesi dall’addio al gruppo Renault di Luca de Meo, che già fece discutere e non poco. Andiamo a scoprire il perché di questa scelta.
Dacia, il CEO Denis Le Vot ha deciso di lasciare l’azienda
Denis Le Vot și è dimesso dalla Dacia con effetto immediato, e non è più il CEO della casa rumena. Al momento, i motivi della decisione non sono stati resi noti, ma tant’è che la scelta è ormai presa. Al posto di Le Vot arriva Katrin Ada, ex vicepresidente della Mercedes. Si tratta di un’esperta manager tedesca, che entrerà anche a far parte del Comitato di Direzione del gruppo Renault e risponderà a Fabrice Cambolive, già CEO della Renault stessa. Con ben 26 anni di esperienza sulle spalle nel mondo delle quattro ruote, Adt ha un lungo passato in Mercedes, dove si è occupata di vendite e di retail.

Tra i compiti a lei affidati, come spiegato da Cambolive, ci sarà “la prossima sfida della casa romena, ovvero elettrificare la gamma in stile Dacia“. Adt ha così commentato la propria nomina: “Per me è un privilegio poter contribuire a scrivere il prossimo capitolo della storia di successo di questo marchio“. Dunque, per il brand dell’Est Europa inizia una nuova era, nella speranza di poter replicare, e magari far progredire, i risultati degli ultimi anni. L’impresa non sarà facile, ma le competenze per farcela non mancano di certo.