L’orgoglio dell’ex operaio FIAT: la casa di Torino era un fiore all’occhiello, ora tutto è cambiato

Lavorare per la FIAT, come raccontato da un ex dipendente, era un vero e proprio orgoglio, ma oggi è tutto diverso rispetto al passato. Le parole dell’ex operaio devono far riflettere.

C’era una volta il tempo in cui la FIAT era un fiore all’occhiello non solo in Italia, ma riconosciuto a livello internazionale, un vero e proprio orgoglio, un simbolo del Made in Italy. La casa di Torino produceva milioni di auto l’anno dando lavoro a centinaia di migliaia di persone, nulla a che vedere con ciò che accade oggi. Il brand piemontese è finito nella galassia di Stellantis, ed il suo DNA è stato totalmente rivoluzionato.

Operaio FIAT racconto pieno di orgoglio
Operaio FIAT parole da brividi – Fuoristrada.it

Le auto di punta, come la Grande Panda e la 600 di nuova generazione, vengono prodotte all’estero, rispettivamente in Serbia ed in Polonia, e lo stesso succederà con i prossimi SUV, la Giga Panda e la Panda Fastback, attese alla produzione in Marocco. Il concetto di FIAT non esiste più, soppiantato dal gruppo Stellantis, e chi lavora per questa azienda, soprattutto in Italia, non ha alcuna certezza in chiave futura. Eppure, in passato, la situazione era ben diversa, come raccontato da un ex dipendente.

FIAT, Massimo Galantini racconta la sua esperienza in azienda

In un’intervista concessa a “La Nazione“, l’ex operaio FIAT a Firenze, Massimo Galantini, ha raccontato la sua esperienza, affermando: “All‘inizio degli anni Ottanta lavoravamo in 2.000 in quella fabbrica, fu il massimo occupazione. La lavorazione era quasi totalmente manuale quando arrivai in fabbrica, e lavoravamo soprattutto sugli alberi di trasmissione di FIAT, Lancia ed Autobianchi. Per la FIAT facevamo anche l’albero dello sterzo ed era sempre attivo il reparto di trasmissioni per gli autocarri. Si respirava un gran bel clima e si guadagnava anche molto bene, la lavorazione era a ciclo continuo, ed avevamo molti benefici come le colonie per i figli, i circoli aziendali e le auto in sconto che potevamo cambiare ogni sei mesi“.

Operaio Massimo Galantini torna sugli anni d'oro
Operaio in azione – Fuoristrada.it

Galantini ha poi aggiunto: “Per i 25 anni di lavoro in azienda veniva elargito un mese di stipendio doppio, per i 35 l’orgoglio d’oro. In quegli anni, c’era gente che veniva da tutta la Toscana per lavorare in FIAT, un collega faceva il pendolare da Orte. L’arrivo della GKN? Era già parte dell’indotto FIAT e forniva tanti componenti, nel 1996, con il passaggio della nuova fabbrica di Campi di Bisanzio, la produzione si aprì ad altri marchi come BMW e Mercedes, ed i più anziani non la presero bene, perché erano molto attaccati alla maglia. Se potevo immaginare una fine del genere per GKN? No, quando sono andato in pensione c’era tanto lavoro, finché alle spalle c’era un gruppo industriale le cose sono andate per il verso giusto. Con l’acquisizione da parte del fondo finanziario poi la produzione è Passat in cavalleria“.

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