Quanto era bella l’Alfa Romeo MiTo? Un esemplare vi farà venire voglia di tornare indietro nel tempo quando il Biscione era simbolo di sportività autentica.
A osservare la gamma attuale del Biscione ci sarebbe da chiedersi se per caso ci sia stato un cambio d’identità con Jeep e perché i SUV abbiano soppiantato l’eleganza pepata di una vettura compatta come la MiTo, erede della 147. Gli automobilisti italiani sono cambiati e si sono evoluti nella direzione di guidare auto a ruote alte sempre più confortevoli e imbottite di tecnologia. A un rombo di un potente motore oggi si preferisce lo start silenzioso di una batteria elettrica, ma le cose stanno veramente così? A giudicare dai numeri di vendita sì, ma la verità è che i giovani non hanno più potere d’acquisto. A scegliere la comodità dei SUV sono per lo più persone adulte, magari con famiglia, che cercano auto pronte a tutte le esigenze.
Facendo un salto indietro, torniamo a emozionarci con le linee della MiTo. La compatta di segmento B fu realizzata dal 2008 al 2018, facendo il botto sul mercato. Rispetto alla 147 segnò un netto passo in avanti, prendendo il nome dall’unione dalle sigle di Milano e Torino. Lo stile e le motorizzazioni furono indovinate e il successo arrivò puntuale in un’epoca in cui nemmeno se ne parlava di soluzioni elettriche. La presentazione ufficiale fu fatta via web il 14 marzo 2008 con il nome MiTo, senza il punto a separare Mi e To.
Versatile, accattivante e agile, la MiTo è entrata nel cuore degli appassionati del Biscione. Venne costruita sul pianale modulare Small. Gli elementi in comune tra la compatta milanese e l’auto torinese erano svariati, a partire dal motore 1.4 T-jet benzina da 155 cavalli della versione Abarth. Il Centro Stile Alfa Romeo di Arese raccolse i tratti tipici della pepatissima 8C Competizione dell’Alfa. I fari anteriori a goccia erano bellissimi, mentre quelli posteriori circolari già vantavano la tecnologia di illuminazione a LED con al centro il gruppo frecce.
La versione da pista dell’Alfa Romeo MiTo
Nel campionato britannico ARIIC (Alfa Romeo & Italian Intermarque Championship) il Biscione regna sovrano. Alcuni modelli sono proprio delle MiTo preparate, come l’Alfa Romeo Mito 2L guidata da Jack Berry. Il tuner Alfa Workshops ha pompato il motore 1750 tbi, passando da 1.742 cm³ a 1.995 cm³.
Sono stati equipaggiati dei nuovi pistoni e anelli Omega lavorati, oltre a un albero motore, cuscinetti reggispinta e bielle completamente nuovi. La testata è alimentata da un sistema di circolazione dei gas per aumentare il flusso. Il risultato? 410 CV e 600 Nm di coppia. Lo scatto da 110 a 160 km/h avviene in 6,8 secondi. Alzate il volume nelle cuffie perché la sinfonia, riprodotta sul canale YouTube AlfaWorkshop, è celestiale.