Il Gruppo nato dalla fusione tra FCA e PSA è piombato in atroci difficoltà nel corso degli ultimi 2 anni. Ecco cosa avverrà nelle factory europee.
Quanto sia grave la crisi dell’auto in Europa è difficile da dirsi, agli organi di informazione non resta che fotografare e riportare dichiarazioni, fatti e circostanze che arrivano ora per ora. Il tracollo del Gruppo Stellantis è noto a tutti o quasi. Il grido di allarme lanciato dal N.1 del Gruppo Stellantis, John Elkann, alla Commissione europea di rivedere i piani e di puntare alla neutralità in questo passaggio obbligato a una sostenibilità green, porta l’attenzione sulla gravità degli effetti collaterali di un intero comparto, compresi i pezzi di ricambio, la componentistica. Le aziende europee, in primis Stellantis, non stanno al passo della concorrenza asiatica.
La Cina la fa da padrona, in Europa, con un gap di sviluppo nell’elettrico non colmabile e i ricavi delle aziende occidentali ne risentono. Un effetto domino che cade sulle spalle degli operai che a causa della crisi finiscono in cassaintegrazione o peggio licenziati. Il Gruppo Stellantis è in buona compagnia perchè anche le Case tedesche non godono di buona salute. Il CEO Antonio Filosa affronta le nuove sfide, ma ci fanno sapere dall’azienda, con una nota, che l’autunno sarà una stagione di stop temporaneo per le fabbriche in Europa. Si cerca di minimizzare la misura, mirando ad adeguare il ritmo di produzione.
La decisione di Stellantis
Alla base della scelta c’è una crisi profonda che va avanti da circa due anni a causa anche dei dazi voluti dalla politica americana. Ma è la domanda che è calata, l’elettrico non decolla e i ricavi sono ai minimi storici. La situazione è stagnante ed i nuovi modelli non sono in grado di rivitalizzare un settore che deve fare i conti con i il gusto degli acquirenti.

Anche Volkswagen versa in cattive acque per ragioni simili a Stellantis, di recente colpita da diversi scandali, ed è pronta a fare un taglio radicale dei dipendenti, circa 35 mila saranno licenziati solo in Germania. La Commissione europea sembrerebbe solo ora svegliarsi da un torpore comprendendo la gravità della situazione e corre ai ripari. Stellantis sta fuggendo fuori dai confini nazionali, anche a causa di tasse e scelte governative che non favoriscono la crescita. Lo stop nelle factory di Eisenach (Germania), Tychy (Polonia), Madrid e Saragozza (Spagna), Pomigliano (Italia) e Poissy (Francia) non lasciano dormire sogni tranquilli ai lavoratori. L’impianto di Poissy, che occupa circa 2mila dipendenti, sarà chiuso per tre settimane, tra il 13 ottobre e il 3 novembre, con una settimana di ferie obbligate e 12 giorni di cassa integrazione. Pause temporanee che preoccupano.