La crisi del mercato dell’Automotive ha portato tantissimi brand del Gruppo Stellantis in difficoltà. La situazione si è fatta critica.
L’allarme suona nelle stanze dei bottini del Gruppo Stellantis e non è destinato a spegnersi. I numeri del colosso italo-francese continuano a essere negativi, dopo un 2024 pessimo. L’ex amministratore delegato Carlos Tavares ha deciso di lasciare il timone a qualcun altro prima che la nave affondasse. Si è dimesso lo scorso dicembre e ha lasciato il posto ad Antonio Filosa. Il manager campano dovrà fare un miracolo per gestire una situazione incandescente che riguarda anche lo stabilimento Stellantis di Atessa, in Abruzzo.
Dopo la pausa estiva, gli addetti nell’impianto sono 400 in meno a causa degli esodi incentivati. Chi è arrivato, dopo le vacanze, si è ritrovato con molti meno colleghi intorno. Lo stabilimento ha una capacità produttiva di 970 veicoli al giorno su tre turni. Oramai si lavora solo su due turni perchè la produzione è di 650 veicoli al giorno, il terzo turno notturno è stato sospeso da qualche mese. Il patto era stato sottoscritto lo scorso 10 giugno da Fim Cisl, Uilm Uil, Fismic, Uglm e Aqcfr, ma non dalla Fiom Cgil con il Gruppo Stellantis per 427 uscite anticipate nell’impianto “ex Sevel”, dove si realizzano veicoli commerciali.
Cresce l’insoddisfazione dei lavoratori
“Il nostro obiettivo è richiamare Stellantis e il governo a una responsabilità sociale per tutti i dipendenti, questa transizione ecologica ci sta togliendo il lavoro. Una responsabilità sociale per salvaguardare e tutelare l’industria dell’auto del nostro Paese”, ha annunciato all’organo di stampa Ansa Nicola Manzi, coordinatore Uilm Abruzzo. “Stellantis di Atessa è l’unico stabilimento in Italia con numeri di produzione di un certo tipo, seppure nella crisi; altri purtroppo sono fermi e veramente in ginocchio”, ha affermato Manzi.

A Val di Sangro da giugno 2024 va avanti la cassa integrazione, seguita dal contratto di solidarietà, fino al prossimo dicembre. “Per quanto riguarda Stellantis di Atessa il motore endotermico è ancora vigente e funzionante perché chi acquista Ducato lo fa per lavorare. È un prodotto appetibile – ha aggiunto il coordinatore Uilm Abruzzo – Quindi la scadenza del 2035 sta avendo un effetto completamente diverso da quello che accade nel settore auto: le persone continuano ad acquistare il Ducato per affidabilità e rapporto qualità-prezzo. Una ripresa con 640-650 veicoli al giorno, numeri che consideriamo bassi, va sostenuta attraverso le richieste di mercato che dovrebbero arrivare, e soprattutto incentivando la possibilità di aumentare la produzione del Ducato elettrico, oggi ferma a 5/6 veicoli: dovremmo creare le condizioni affinché il cliente finale sia nelle condizioni di acquistare un Ducato anche elettrico, e renderlo competitivo”.