Il noto chef campano, Antonino Cannavacciuolo, ha un amore sconfinato per i motori. La sua collezione vi sorprenderà.
L’alta qualità in cucina può anche rendere possibili dei sogni. Antonino Cannavacciuolo è nato a Vico Equense e ha studiato presso la locale scuola alberghiera, I.S.I.S. “F. De Gennaro”. Suo padre era un cuoco. Antonino ha mosso i primi mestoli nella penisola sorrentina, per poi fare dei periodi di stage in due ristoranti francesi nella regione dell’Alsazia: l’Auberge de l’Ill di Illhaeusern e il Buerehiesel di Strasburgo. Ha lavorato anche nel ristorante del Grand Hotel Quisisana di Capri.
Nel 1999 ha avuto con la moglie la gestione della dimora storica in stile moresco Villa Crespi, a Orta San Giulio sul lago d’Orta, diventando chef patron. Nel 2003 ha ricevuto la prima stella Michelin e nel 2006 gli è stata conferita la seconda. Nel 2022 il locale ha ottenuto la terza stella Michelin, diventando uno tra i 140 ristoranti che vanta questo riconoscimento.
Ha condotto Cucine da incubo, versione italiana del programma omonimo dello chef britannico Gordon Ramsay. E’ diventato giudice di Master Chef a partire dalla quinta stagione (2015-2016), aggiungendosi ai colleghi Bruno Barbieri, Joe Bastianich e Carlo Cracco e continuando ad essere giudice anche in tutte le edizioni seguenti. Ha lanciato il Cannavacciuolo Café & Bistrot, aperto dalla colazione al dopocena, a Novara. Ha aperto poi un nuovo locale a Torino, il Bistrot Cannavacciuolo, situato nel quartiere Borgo Po.
La passione di Cannavacciuolo
Lo chef ha una posizione economica invidiabile e può permettersi un garage da sogno. Tra le auto dello chef vi sono delle sportive d’epoche: dalla Fiat 127 Sport all’Autobianchi A112 Abarth, fino ad arrivare alla Porsche 911 e alla Lancia Delta Integrale con la storica livrea Martini.
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La passione per i rally ha spinto il campano a comprare la Subaru Impreza WRX Sti, con la iconica colorazione blu e gialla, il disegno della costellazione delle Pleiadi e i cerchi dorati. C’è addirittura la scritta “Cannavacciuolo A” sul finestrino posteriore, come i pro driver che partecipano alle insidiose sfide sullo sterrato. Non manca una Toyota Celica in livrea Castrol. In un post su IG Cannavacciuolo ha spiegato: “Non avessi fatto lo chef, sarei un pilota di rally”.