Piero Ferrari è il vice-presidente della Ferrari. Figlio di Enzo, in passato ha posseduto un’auto che in pochi ricorderanno
Quella di Piero Ferrari è una presenza molto frequente all’interno dei box del Cavallino, nei vari eventi di F1. Il figlio di Enzo, fondatore del marchio, è il vice presidente della casa di Maranello, con un patrimonio di 8,5 miliardi di dollari.
Lo scorso anno, Piero Ferrari ha svelato la sua nuova auto stradale, un SUV Purosangue in un’inedita colorazione verde che, di certo, non passa inosservata. Un bolide da 725 cavalli dal prezzo di mercato di 385.000 euro, dotato di un motore V12 posizionato all’anteriore e di una velocità massima di 310 km/h.
In passato, Piero Ferrari ha utilizzato un’altra auto prodotta a Maranello per spostarsi nelle sue tratte quotidiane. Stiamo parlando di un modello che molti di voi avranno dimenticato. Ecco di quale si tratta.
Tanti anni fa, quando vetture super tecnologiche come la SF90 Stradale o la 296 GTB erano ancora ben lontane, Piero Ferrari decise di assicurarsi una 400 GTi, dotata di cambio manuale a 5 marce.
Si trattava di una versione che si differenziava dalla 400 standard, visto che fu prodotta dal 1979 in poi con l’iniezione meccanica Bosch K-Jetronic, che veniva distinta con l’aggiunta della lettera i al termine della dicitura GT che, ovviamente, stava per Gran Turismo.
La 400 fu anche la prima vettura del Cavallino ad offrire la possibilità di cambio automatico ed è, per questo, che quella manuale di Piero Ferrari venne considerata sin da subito come una variante insolita. A livello di motore, non c’erano differenze tra la GTi e la 400 standard. Il propulsore che la spingeva era un portentoso 12 cilindri a V di 60° anche se le potenze non erano del tutto identiche. Infatti, la versione a carburatori toccava i 340 cavalli, mentre quella ad iniezione si fermava a 315.
La prima, inoltre, aveva prestazioni leggermente superiori con velocità massima di 250 km/h, 5 in più rispetto alla seconda. Va detto che 400 GTi non fu mai un grande successo di casa Ferrari dal momento che lo stile, curato da Leonardo Fioravanti di Pininfarina, fu considerato troppo distante dai classici canoni di Maranello.
Oggi è invece molto ricercata dai collezionisti. Possiamo solo immaginare che le sue quotazioni siano elevate come capita, di fatto, a tutte le auto storiche del Cavallino.
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