Non si placano le polemiche intorno alla figura di Carlos Sainz. Dentro e fuori la pista, nello scorso weekend a Monza, il driver della Ferrari ha avuto i riflettori puntati.
Carlos Sainz non dimenticherà tanto facilmente lo scorso fine settimana brianzolo. E’ accaduto, praticamente, di tutto al figlio d’arte del Matador. In primo lungo, in pista, il #55 ha tenuto alta la bandiera del Cavallino, riuscendo ad ottenere la quarta pole position in carriera, la più dolce da quando veste la tuta rossa.
Sulle tribune è scoppiato il tripudio perché in una stagione, totalmente, dominata dalla Red Bull Racing, anche solo una pole in Italia è vista come una grande conquista. I punti, però, si fanno la domenica e in quel frangente sono salite in cattedra le Red Bull Racing. Verstappen, dopo 15 giri alle spalle di Carlos, è riuscito a sopravanzarlo, sfruttando un piccolo errore di guida. A quel punto lo spagnolo ha fatto il massimo per tenersi stretto un piazzamento sul podio, ma si è dovuto accontentare della terza piazza, alle spalle di entrambe le Red Bull Racing.
Dopo gli attacchi ricevuti da Verstappen, Perez e dal compagno Leclerc, lo spagnolo ha potuto avvertire l’energia della folla sul podio per poi ritornare nel suo albergo nella nota via Monte Napoleone di Milano. A quel punto è stato scippato del suo preziosissimo orologio RM 67-02. Il crono sottile e leggero, caratterizzato da una cassa in Carbonio TPT e Quarzo Rosso TPT, costa ben 300mila euro. Una cifra da capogiro che ha attirato l’attenzione dei malviventi.
I materiali di pregio usati dalla prestigiosa casa orologiera svizzera rendono il modello anche piuttosto leggero. Sainz ha avuto la prontezza di riflessi di accorgersi dell’azione dei criminali e di recuperare la refurtiva. Tutto bene quel che finisce bene? Neanche per sogno perché l’Italia è quel Paese che se subisci una rapina hai anche parte della colpa.
La prima a muovere delle aspre polemiche nei confronti del driver spagnolo è stata Tiziana Ferrario, volto noto del TG1, che ha stabilito che “non si gira con un orologio da 500mila euro (in realtà il suo valore è di 300mila euro, ndr) al polso. È questione di etica anche per un pilota Ferrari“. Al massimo si può parlare di quanto sia etico l’orologio in sé, ma questo varrebbe per qualsiasi gemma o gioiello. In un Paese che può definirsi civile si dovrebbe avere la possibilità di andare in giro anche ricoperti d’oro.
Rischierebbe di diventare non etico anche aggirarsi con un abito o un’auto costosa in città? A prescindere da Milano che dovrebbe rappresentare una vetrina, in qualità di città della moda, ma il commento va a spostare l’attenzione sulla vera questione. Nelle grandi città italiane c’è un problema sicurezza che sta spingendo sempre più persone ad uscire la sera o sentirsi liberi di esprimere. Chi ha le possibilità di vantare beni, a prescindere dall’essere un driver della Ferrari con sponsor top, dovrebbe essere protetto da un sistema che, oramai, fa acqua da tutte le parti.
Cruciani, sempre su Twitter, ha aggiunto: “Sono felice che Carlos Sainz possieda un orologio costoso, ma se giri con un orologio da 500mila euro che ti aspetti? È chiaro che c’è sempre qualcuno che pensa di rubartelo“. Un meccanismo di colpevolizzazione che porta a sentire in difetto la persona che subisce anche un reato. Tutto, a dir poco, paradossale, come tanti altri fattori del Belpaese.
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