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Auto

Fiat, questo modello “modificato” si ispira ad un’icona del passato: ne hanno vendute pochissime

Una Fiat modificata è in grado di raggiungere qualsiasi tipologia di luogo, visto che ha una tenuta di strada assurda. Ecco come va.

La storia della Fiat è ricca di modelli senza tempo, che hanno segnato vere e proprie epoche, soprattutto se si fa riferimento alla seconda metà del secolo scorso. Tra le vetture di riferimento, ricordiamo tra tutti la 500, ma ce n’è anche un’altra che era diventata un must per gli italiani, e stiamo parlando della fantastica e pratica 127.

Fiat ed una vettura geniale (ANSA) – Fuoristrada.it

Essa fu prodotta dalla Fiat tra il 1971 ed il 1987, avendo una vita molto lunga e prestigiosa, che lanciò la casa di Torino al top tra i costruttori del nostro paese. Oggi vi racconteremo una storia curiosa, che vede protagonista proprio una 127, per l’occasione del tutto rivista da una carrozzeria specializzata. Ecco cosa accadde.

Fiat, ecco come va questa 127 rivisitata

La Fiat 127 ha scritto la storia delle nostre quattro ruote, e quella di oggi è sicuramente la più assurda che vedrete in vita vostra. La sua progettazione e realizzazione fu merito della carrozzeria Coriasco, situata a Torino, fondata nel 1938 da Giuseppe Coriasco. Questo gruppo si occupò di trasformare vari modelli prodotti dal marchio della famiglia Agnelli in veicoli commerciali, ma la 127 in questione andò molto oltre le aspettative e fu un progetto davvero incredibile.

Venne ribattezzata Coriasco 127 Farm, e già questo appellativo vi dovrebbe far capire in quale segmento stiamo andando. La parola inglese farm significa infatti fattoria, e la 127 venne trasformata da comune utilitaria in una station wagon con altezze da terra molto elevate, impostando un assetto utile a raggiungere qualsiasi tipologia di luogo, una sorta di crossover ma di dimensioni più piccole.

Fu presentata ed immessa sul mercato nel lontano 1973, ed a differenza di molti progetti di questo tipo, essa non rimase una concept car, ma venne venduta come se fosse una Fiat tradizionale. Il prezzo era simile alla 128 station wagon, visto che era pari ad 1,2 milioni di lire, e sfruttava un motore molto economico che ne abbassò i costi di produzione e, di conseguenza, anche di vendite, attirando famiglie che avevano bisogno di spazi a bordo per bambini e bagagli in caso di lunghi viaggi.

Il motore era quello prodotto dalla casa Torinese, un 903 cc standard. Nonostante le sue forme, la 127 Farm, che originariamente doveva essere una 4×4, fu dotata soltanto di trazione anteriore. Questa vettura rimase sul mercato per diversi anni, prima che la casa madre decise di interrompere il progetto tramite il lancio di una propria serie di crossover.

Nella parte posteriore, ricorda molto la Talbot Ranch, e c’è da dire che, a chi l’ha realizzata, non mancava di certo la fantasia per modificarne le forme. Uno dei suoi vantaggi, come detto, era quello di essere molto spaziosa, fatto che le consentì di ottenere buoni riscontri sul fronte delle vendite, in un periodo in cui l’automobile non era ancora così diffusa come oggi. La sua storia meritava di essere raccontata, per un modello che ci fa pensare ad un periodo ormai passato delle quattro ruote.

Giovanni Messi

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