Il Made In Italy scomparirà dalla circolazione anche per le cariche di Stato. Fiat, ovviamente, ma anche Alfa Romeo, Maserati e Lancia, cinematograficamente, sono già sostituite da un major cinese.
La cinematografia italiana, come quella americana, ha avuto un grande ruolo nel pubblicizzare marchi di due e quattro ruote rafforzandoli nel tempo attraverso icone come Marlon Brando, Alberto Sordi, Vittorio Gasman, Steve McQueen. Il valore della pubblicità e dei suoi messaggi subliminali, sono ben studiati e conosciuti da esperti che ne hanno fatto un lavoro.
Harley Davidson, Triumph, Ducati, di certo hanno consacrato il successo e il mito anche grazie ai suoi eroi: gli attori. Aston Martin è diventata un simbolo di sportività grazie all’Agente 007 e la lista sarebbe lunghissima. Auto, moto, se guidati da un divo di Hollywood diventano immediatamente nell’immaginario collettivo uno strumento del desiderio.
Quanti hanno acquistato una sportiva per cavalcare il mito e sentirsi come il protagonista di un film di successo? Molti, perché entrano nel cuore degli appassionati. Il potere dell’immagine che passa e attraversa la mente, lascia traccia e ricordi, prima dell’acquisto. Sorrentino, regista partenopeo, i cui film e serie televisive, hanno suscitato polemiche e dibattiti racchiudono riflessioni esistenziali ed aprono scenari tridimensionali sulla realtà. Sotto una lente d’ingrandimento: la vita.
La Grande bellezza, film di grande successo, con dei tempi lunghi di dialogo e magistrale interpetrazioni di Toni Servillo ha il potere dissacrante dell’ironia. La “Grazia”, undicesimo film del regista, interpretato ancora da Toni Servillo, alla sua settima collaborazione con Sorrentino, insieme a Anna Ferzetti e Massimo Venturiello, è stato presentato come film d’apertura all’82ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia il 27 agosto 2025, venendo candidato al Leone d’oro.
Sarebbe interessante aprire un dibattito sulla trama del film, consigliatissimo, ma ciò che ci interessa sottolineare è il valore simbolico di uno dei tanti messaggi contenuti nel film. Un dettaglio non sfuggito all’occhio attento, l’auto presidenziale non è un’italiana, bensì un auto cinese: una BYD. Particolare irrilevante o semplice dissacrazione di un simbolo? Subordinazione della politica occidentale alla Cina o esigenze di produzione? Lasciamo a voi la risposta da ricercare nella visione della pellicola di Sorrentino.
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