Oggi vi parleremo di una Ford non ricordata per i livelli di sicurezza che riusciva a garantire, e che ha causato diverse vittime. I dettagli.
Nel corso della storia, il settore automotive ha fatto dei passi da gigante sul fronte della sicurezza, con le auto che sono migliorate sotto ogni punto di vista. Al giorno d’oggi, a fare scuola sono gli ormai ben noti ADAS, che sono obbligatori, almeno in territorio europeo, per tutte le auto di nuova concezione. In passato, invece, c’era molto meno controllo, come dimostra la Ford di cui vi andremo a parlare oggi, una vera e propria auto assassina, che ha causato dei gravissimi incidenti nella sua carriera.
Occorre contestualizzare la vettura, che venne prodotta tra il 1971 ed il 1980, un’epoca caratterizzata dalla crisi del petrolio ed in cui il mercato dell’auto ebbe dei momenti difficili, che fecero chiudere gli occhi ai costruttori sull’importanza della sicurezza. Nello specifico, la Ford mise in produzione per tutti gli anni Settanta la Pinto, la prima della casa di Detroit a far parte della categoria delle subcompact, realizzata per il mercato del Nord America. Ne fu prodotta anche una versione tramite badge engineering, la Mercury Bobcat.
La Ford Pinto ha fatto la storia del settore automotive non certo per motivi autorevoli. Infatti, chi vi era seduto a bordo viveva un serio rischio di morire o di farsi molto male, tant’è che venne definita auto assassina. Ma perché era tanto pericolosa? Nello specifico, quando avveniva un tamponamento e la Pinto veniva colpita da dietro, c’era un altissimo rischio che essa potesse incendiarsi. Inoltre, il telaio era molto debole e poteva deformarsi, anche in caso di incidente a bassa velocità, bloccando le portiere dell’auto ed impedendo a chi era a bordo di poter fuggire, restando così imprigionato tra le fiamme.
La posizione del serbatoio era responsabile dei tanti incendi che andavano a svilupparsi, dal momento che esso si trovava tra il paraurti posteriore e l’asse posteriore. Nel caso in cui si verificava un incidente, il serbatoio veniva spinto verso l’asse che aveva dei bulloni non rifiniti e sporgenti, che andavano a bucarlo, favorendo l’uscita della benzina. I vertici della Ford erano ben al corrente di questo pericolo, ma decisero di ignorarlo visto che i costi di riprogettazione del componente sarebbero stati troppo elevati. La Pinto fu un vero e proprio disastro.
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