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Addio a Maserati, l’annuncio fa tremare gli italiani: potrebbe essere l’inizio della fine

Brutte notizie per il marchio Maserati e i suoi lavori. La decisione è pesante e potrebbe avere gravi ripercussioni.

Pensare che il 2023 di Maserati e dei brand italiani del gruppo si era concluso in maniera trionfale, con ricavi netti aumentati del 6%, per un totale di 189.5 miliardi di euro e un’utile netto in salita dell’11%, pari a 18,6 miliardi euro: i numeri raccolti di recente da Stellantis avrebbero dovuto mettere tutti i suoi brand al riparo da pericoli e scossoni ed invece, nelle segrete stanze si è deciso per sacrificare alcuni lavoratori, italiani in primis.

Maserati, paura per il marchio (Canva – Fuoristrada.it

Qualche settimana fa a tenere banco era stata la questione 500e. La vettura a batteria si è rivelata se non proprio un flop comunque non troppo competitiva sul mercato, non per il modello in sé, quanto per la tecnologia elettrica, ancora indigesta ai nostri automobilisti e per il prezzo, troppo elevato per le disponibilità della clientela nostrana. A fronte di tale, triste riscontro ha cominciato a farsi largo l’ipotesi della chiusura dei reparti ad essa dedicati degli stabilimenti di Mirafiori. Se già quindi c’era poco da sorridere, quanto sta avvenendo ad una delle aziende emblema del lusso su quattro ruote, fa ancora più impallidire.

Maserati nei guai, cosa sta succedendo

Il Gruppo che vede ai vertici John Elkann e Carlos Tavares ha avviato un procedimento di alleggerimento dell’organico. L’allarme è stato lanciato dalla FIOM CGIL di Modena che ha addirittura parlato di 150 esuberi, a cui se ne aggiungeranno altri 23 di lavoratori con cartellino della joint venture, per un totale di 173 uscite.

A destare preoccupazione è anche la natura delle partenze. 130 sarebbero ingegneri e progettisti, ciò significa che il cuore pulsante del Tridente si troverà in questa situazione e ci vorrà del tempo per riportare la compagnia all’equilibrio. Il timore è che tutti questi addii siano l’antipasto di un risvolto ancora più critico, come il sipario calato sul reparto ricerca e sviluppo che solo pochi anni fa aveva messo le radici in via Emilia Ovest presso l’Innovation Lab. Non va poi dimenticato che un simile fuggi fuggi e l’annesso scricchiolare del futuro della Casa fondata nel 1914 potrebbe mettere in forte difficoltà anche l’indotto, facendo aumentare il rischio di altri posti di lavoro persi.

La paura dei sindacati è che l’incentivazione alla partenza di tanto personale sia soltanto il primo passo per l’ennesimo trasferimento all’estero. Ecco perché, in maniera congiunta la FIOM, la FIM, la UILM e la AQCF hanno chiesto al colosso italo-franco-americano rassicurazioni vere e non più promesse vaghe. Dal canto suo Maserati ha gettato acqua sul fuoco, confermando gli investimenti avviati, tra cui quelli per la costruzione di un nuovo veicolo elettrico già per il 2025.

Il Ministro degli Esteri Antonio Tajani è intervento sulla vicenda esprimendo il proprio augurio che Stellantis non opti per l’abbandono del territorio,  per senso di responsabilità e per una innegabile attrattività del Paese che, a suo avviso, sarà presto meta di altre multinazionali dell’automotive.

Maserati: brutta notizia per il Tridente… (Ansa) – Fuoristrada.it

Tra le voci in seno al Governo Meloni che si sono espresse, anche quella del Ministro delle Imprese e del Made In Italy Adolfo Urso che ha richiamato l’azienda a rimboccarsi le maniche. Di risposta, Davide Mele, vice responsabile europeo del gigante che unisce FIAT, PSA e Chrysler ha motivato il momento no con il calo delle vendite in Cina, mercato che rappresenta il 21% delle quote a livello mondiale, mostrandosi speranzoso per l’arrivo sul mercato delle nuove GranTurismo e GranCabrio.

Chiara Rainis

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