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Autostrade, c’è una nuova “malattia” che colpisce i conducenti: può essere fatale

Ogni giorno sulle autostrade italiane viaggiano milioni di persone, molte per motivi di lavoro. È bene però prestare la massima attenzione in questo frangente, si potrebbe andare incontro a sintomi per alcuni insospettabili.

Chi è abituato a viaggiare ogni giorno per motivi di lavoro può amare il rapporto che si instaura con la sua auto, al punto tale da considerarla quasi una seconda pelle. Alla lunga, però, se possono emergere problemi professionali può svilupparsi la situazione contraria e ci si sente stressati e nervosi quando ci si mette in viaggio.

Viaggiare in autostrada a volte è pesante – Foto | Canva – Fuoristrada.it

Questo porta così a sviluppare una sorta di amore-odio nei confronti delle autostrade, con cui si instaura una sensazione di pace solo se invece ci si mette al volante per raggiungere una località scelta per le proprie vacanze e staccare così la spina per qualche giorno. Non tutti lo sanno, ma in questi frangenti potrebbe svilupparsi un disturbo non del tutto piacevole ma che è importante conoscere per evitare che possa aggravarsi.

Viaggiare sulle autostrade non piace a tutti

Pur avendo la possibilità di andare più veloci, non tutti amano viaggiare sulle autostrade italiane. Il timore di ritrovarsi imbottigliati nel traffico a volte prevale nella mente di molti, scalfito solo in parte da quelle che vengono definite “partenze intelligenti“. A volte, infatti, sono in tanti a decidere di mettersi in viaggio a un determinato orario pensando di poter avere un’andatura scorrevole e verificano così di persona di non avere fatto la scelta migliore.

C’è chi inoltre non ama particolarmente guidare, specialmente se è costretto a farlo diverse ore. In questi casi, infatti, può subentrare la stanchezza e l’incapacità di avere riflessi sempre ottimali.

Attenzione alla stanchezza quando ci si mette al volante – Foto | Canva – Fuoistrada.it

Anzi, ci sarebbero delle prove di come il corpo e la mente possano cambiare quando ci si ritrova al volante per diversi chilometri. Non è infatti solo la stanchezza lo stato d’animo che si prova in questa situazione.

Attenzione a quello che può accadere

Stare a lungo al volante può essere faticoso, come sa bene chi è costretto a farlo ogni giorno per motivi di lavoro. Non a caso, si consiglia di fare frequenti pause, almeno ogni paio d’ore, per cercare di sgranchirsi le gambe e distendere lo sguardo, esattamente come si dice anche a chi lavora al computer.

C’è però un altro stato d’animo che potrebbe verificarsi e che non dovrebbe essere sottovalutato, come evidenziato dallo psicologo Weiten Wayne nel suo libro “Temi psicologici e variazioni”. Quando ci si mette alla guida il cervello passa a una modalità diversa, trasformandosi in una sorta di pilota automatico che prende il sopravvento, al punto tale da non riuscire quasi più a ricordarsi quanto fatto.

Questa situazione può essere definita “ipnosi autostradale” e si verifica in modo particolare quando si percorrono lunghe distanze. C’è però una differenza importante rispetto alla stanchezza vera e propria: il guidatore riesce comunque a controllare il veicolo in sicurezza e non si addormenta. Se invece dovesse essere la spossatezza a dominare, l’automobilista non avrebbe più alcun controllo sul veicolo.

Sulla base di uno studio effettuato nel 2003, sono emersi dei risultati che sarebbe importante prendere in considerazione. Se si viaggia su una strada che porta al deserto, i guidatori hanno iniziato a sentirsi stravolti già solo dopo 20 minuti, questo significa che a incidere è la guida noiosa e monotona. Cercare di mettere in atto alcuni piccoli accorgimenti per tenere sveglia la mente potrebbe quindi essere determinante per far sì che questo fenomeno non accada.

Ilaria Macchi

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