Formula 1, tifosi in delirio: il record del campione è storia

Un campione come lui difficilmente si è visto nella storia dello sport, e infatti è davvero amatissimo in tutto il mondo.

La F1 unisce, la F1 crea, la F1 realizza. La massima serie automobilistica dà vita ad imprese leggendarie, realizza i sogni dei pochi fenomeni capaci di toccare il cielo con un dito. Campioni, leggende, eroi automobilistici in grado di farlo su di un volante di Formula Uno. Lo fanno rendendolo quasi semplice, imponendo emozioni a non finire ai loro fan e mille storie da raccontare a giornalisti e scrittori di ogni tipo.

Da sempre è così e così, se lo sport motoristico più amato e seguito vorrà, sempre sarà. E a proposito di assi del volante, ce n’è stato uno che ha veramente realizzato qualcosa di praticamente unico – o quasi – nell’arco della sua carriera. E proprio ieri ha compiuto gli anni. Lui, che fra palmares, successi e quant’altro, ha dipinto il cielo di vittorie e l’asfalto di velocità. Parliamo di un sette volte campione del mondo.

Un giorno sarà sazio: quando il sole calerà

Era il 1985 quando venne dato alla luce un bambino, uno qualunque proveniente dall’Inghilterra e molto presto conosciuto in tutto il mondo grazie alle sue gesta sportive. I suoi genitori, mamma Carmen e papà Anthony, di sicuro non avrebbero mai potuto immaginare cosa avrebbe potuto fare un giorno il piccolo Lewis Carl Davidson Hamilton. Ma di sicuro, fu chiaro cosa gli sarebbe piaciuto fare qualche anno dopo averlo visto nascere in quel di Stevenage. Benché lui giuri che “senza la F1, avrei tentato una carriera nel calcio”, non ci sono dubbi: il grande, immenso sogno del piccolo Lewis, era quello di fare il suo debutto in Formula Uno.

E così è stato; certo, grazie anche ai mille sacrifici di suo padre, arrivato a lavorare decisamente più di quanto un essere umano potrebbe, vorrebbe, dovrebbe. E tutto, per un sogno. Immenso, splendido, unico. Diventato presto realtà. E’ il 2007 l’anno del debutto, dove l’asso britannico sfiora clamorosamente un mondiale che sarà suo nel 2008, a soli 23 anni. Poi arrivano anni difficili, per certi versi frustranti e certamente non gratificanti.

Infine la svolta: il debutto nel 2013 sulla Mercedes al posto di Michael Schumacher, con quello che ha il sapore di uno strepitoso cambio di testimone. Dal 2014, inizia la sua era e quella del team tedesco: escluso il 2016 e il 2021, ha vinto sempre Lewis Hamilton. Senza dimenticare alcuni record di longevità, come quello degli anni consecutivi con almeno una vittoria conquistata (15), che lo rendono unico o quasi.

Sette titoli mondiali, 103 vittorie, altrettante pole position e ben 191 podi all’attivo per il pilota che ha sgretolato ogni record, che ha ridipinto le stelle realizzando il suo sogno e ha ripagato gli occhi di suo padre: che brillavano di passione e amore, ma soprattutto orgoglio, già quando la F1 era un traguardo lontanissimo. Nel 2023 tenterà di vincere il tanto agognato ottavo mondiale della sua carriera. C’è da chiedersi se un giorno sarà sazio di tutto questo; forse sì, quando il sole calerà, e la sua luce brillerà un po’ di meno. Fino a quel momento…beh, Hammer Time.

Tanti auguri a Lewis Hamilton: l’icona dietro i successi

Parlare di Lewis Hamilton soltanto in questi termini sarebbe altresì sbagliato. Ha vinto tanto, tantissimo, più di tutti. Ma ciò che ha rappresentato per la Formula Uno da quando ha dato vita ad un sogno non più – e di certo mai più – astratto ed effimero, è stato travolgente. Un’onda marina inarrestabile, una valanga irrefrenabile, un atleta capace di regalare a milioni di tifosi da ogni angolo del mondo emozioni semplicemente uniche, ricordi indimenticabili e una passione per lui e la massima serie automobilistica a dir poco irripetibile.

E poi la lotta per i diritti umani, a partire dal razzismo – che lui stesso ha subito in prima persona – per arrivare alle leggi LGBT+ e al bene per l’ambiente che a Hamilton è sempre stato molto caro. La grande capacità di sfruttare un’immagine decisamente influente, che ha sempre spaziato fra i risultati in pista e le azioni fuori dal circus. Ma non è solo questo ad averlo reso il campione che oggi ammiriamo e conosciamo; perché difficilmente i robot hanno un seguito rilevante.

E anche Lewis, forse alieno ma mai irraggiungibile, ha perso. Fin da subito, nel 2007, quando Kimi Raikkonen e la Ferrari gli soffiarono un successo che sembrava decisamente alla portata dell’inglese. E poi nel 2016, quando non riuscì a battere l’amico/nemico Nico Rosberg. Infine, nel 2021, dove proprio all’ultimo giro Max Verstappen gli sradicò la corona iridata dalla testa. Anche queste annate difficili da accettare lo rendono il campione che oggi è e che domani rimarrà. Non perfetto, ma sicuramente unico. Anche a 38 anni, in attesa di stupire ancora con le sue gesta in pista; nel frattempo, lo sport lo ha già reso eterno. E chi lo avrebbe mai detto, il 7 gennaio 1985…