Già ai primi soccorsi le condizioni del giovane sono apparse subito gravissime. “E’ stata una fatalità” afferma il padre
Sapete quanto amiamo il mondo dei motori. Quanto cerchiamo di tenervi informati su tutte le novità riguardanti auto e moto. Ma anche su quello che fanno i nostri beniamini. Ma quando siamo costretti a dar conto di queste notizie non possiamo non farlo con il groppo in gola. E con la consapevolezza che le gare debbano essere rese il più possibile sicure.
Altrimenti, il rischio è di vedere spezzate giovani vite, come è accaduto appena un paio di giorni fa. E’ l’ennesima vittima delle gare, di una passione che, senza dubbio, mette di fronte a rischi, ma che non può, non deve, portare a simili conseguenze.
Già ai primi soccorsi le condizioni del giovane sono apparse subito gravissime. E’ intervenuta una eliambulanza da Brescia ma, viste le condizioni del pilota, si è preferito trasportarlo in ambulanza all’ospedale di Mantova dove è morto poco dopo.
L’incidente è avvenuto attorno a mezzogiorno, nella gara mattutina, poco dopo la partenza della gara riservata alla categoria Mx2. Il pilota, che correva per il club dilettantistico Tre Pini di Montebelluna, nell’affrontare una salita ha perso il controllo della moto, una Yamaha 250, che si è impennata finendo fuori pista. Il pilota è stato trascinato nel volo che si è concluso contro un albero che si trovava al di fuori del circuito, a decine di metri di distanza dall’altura artificiale.
Se ne è andato così il giovane pilota di motocross, Andrea Simeon, 26 anni di Sernaglia (Treviso), che ha perso la vita sulla pista Tazio Nuvolari di Mantova durante una prova del campionato regionale nord est, ultima gara della stagione sullo sterrato mantovano. Un’altra drammatica perdita, come ce ne sono state molte, purtroppo, negli ultimi tempi, nelle varie discipline.
In questo caso, comunque, non vi sono stati problemi nella sicurezza. Anzi, tutto era stato approntato al meglio. Anche il padre del giovane Andrea ha dichiarato, alla Gazzetta di Mantova: “E’ stata una fatalità”. Parole pronunciate, ovviamente, con la morte nel cuore per la perdita del figlio, morto mentre coltivava la sua passione.
Una passione da sempre sostenuta dal genitore, che sette anni fa aveva avuto un arresto cardiaco al Migliaretto dopo aver accompagnato il figlio ad allenarsi. Ora il drammatico epilogo e non possiamo che stringerci attorno alla famiglia in queste ore sicuramente di enorme e inconsolabile sofferenza.
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