Il prezzo delle benzina in Italia continua a tenere banco: c’è un clamoroso aggiornamento che cambia le carte in tavola dal 1 agosto
Tutti gli automobilisti e i motociclisti italiani dovranno fare i conti con una decisione che è diventata definitiva nelle scorse ore. Un obbligo che riguarderà tutti i distributori di carburante, in virtù di una maggiore chiarezza per i cittadini.
Il prezzo dei carburanti nel nostro Paese è tornato ad essere alle stelle. Come se non bastassero gli sbalzi degli ultimi due anni, relativi alla situazione geopolitica internazionale, ora ci si è messo anche il calo delle scorte dei prodotti raffinati negli USA. Raffinerie in stallo tra Europa, Asia e Stati Uniti stanno mettendo in ginocchio il mercato globale, con l’ovvia ripercussione nelle tasche di chi viaggia.
Agosto è da sempre il mese da bollino nero per quanto riguarda il prezzo della benzina e anche questo 2023 non sta facendo eccezione. Secondo i dati diffusi dal Codacons siamo a circa il 14% in più rispetto ai prezzi del 2021. Una cifra che si traduce con oltre 10 euro di rincaro per ogni pieno effettuato.
Il brutto è che la situazione potrà anche peggiorare nelle prossime settimane, visto che ancora non si è raggiunto il picco di questa stagione estiva.
La benzina al momento si trova a quota 1,88 euro/litro al fai da te, con un picco mai toccato da aprile. Poco meglio il diesel, con un prezzo medio di 1,73 euro/litro.
Caro Benzina, dal 1 agosto diventa obbligatorio: verranno esposti i prezzi medi al distributore
Proprio a proposito dei prezzi medi e della necessità da parte dei distributori di esporre le cifre usate per la vendita, c’è in arrivo un’importante novità. Dal 1° agosto, infatti, tutti i i gestori delle pompe di benzina saranno costretti a mostrare nel proprio impianto i prezzi utilizzati da loro e la media di quelli nazionali.
Questa misura era stata inserita dal Governo Meloni nel decreto benzina di inizio 2023, ma aveva subito un rallentamento nella propria attuazione per la forte avversione degli addetti ai lavori del settore carburanti.
Nonostante il ricorso al Tar del Lazio, però, la loro battaglia è stata vana, visto che il ricorso presentato è stato respinto. La legge prevede quindi l’esposizione del prezzo medio del carburante, che andrà calcolato sul riferimento alle medie aritmetiche su base regionale, per quanto riguarda gli impianti urbani, mentre su quelle nazionali per le stazioni autostradali.
Il tutto è finalizzato a garantire una massima trasparenza nei confronti degli automobilisti, che saranno liberi di regolarsi in base al luogo più conveniente e alla compagnia con il prezzo più vantaggioso, sapendo a quale media si fa riferimento.
Nonostante la decisione del Tar, però, i gestori non sembrano arrendersi all’idea e hanno annunciato un ulteriore ricorso al Consiglio di Stato.
Il motivo addotto, secondo loro, è relativo al fatto che il cartello del prezzo medio non dovrebbe portare a nessun vantaggio per i consumatori, andando invece contro le norme sulla concorrenza.