Lutto nel mondo dei motori: la tragedia si poteva evitare | Tutti sconvolti per la perdita del giovane talento

Il motorsport è un mondo straordinario, che purtroppo perà sa anche essere maledettamente crudele. Anche stavolta si è rivelato tale.

Il motorsport. Un mondos straordinario, che ogni anno regala emozioni indimenticabili e successi inenarrabili a piloti e tifosi. A volte però può rivelarsi un ambiente triste e drammatico; perché, per quanto per fortuna la sicurezza in pista abbia fatto passi da gigante, può capitare che a qualche corridore capiti qualcosa che vada a minare la sua incolumità.

Motorsport (fuoristrada.it)
Motorsport (fuoristrada.it)

Situazioni terrificanti, che abbiamo visto più volte anche negli ultimi anni. Pensiamo alla tragedia di Marco Simoncelli in MotoGP o di Jules Bianchi in Formula Uno.

Parliamo di due dei piloti più fenomenali mai apparsi in sella ad una moto o alla guida di una monoposto. Ciò sta a significare che il rischio non evapora mai del tutto. Anche se in molti casi le tragedie potrebbero essere evitate eccome. Un caso specifico ha sconvolto milioni di persone, ed è purtroppo molto semplice capire perché.

Lutto nel motorsport: è una tragedia vera e propria

Un pilota di 14 anni è morto durante una gara di Go-Kart organizzata su un improvvisato circuito cittadino. Il giovane pilota in questione ha perso il controllo del mezzo ed è andato a sbattere violentemente contro un palo della luce posizionato a lato della strada usata come pista. L’evento è stato organizzato sulle strade di La Concepcion in Venezuela, ed è stata autorizzata dalle autorità locali dello Stato di Zulia. Il 14enne scomparso si chiamava Jerri Alberto Morales Fernandez.

Il “circuito” improvvisato era sprovvisto di protezioni. Secondo la stampa venezuelana, Fernandez ha perso il controllo a causa di un problema tecnico. Chi era presente si è accorto immediatamente che la questione era estremamente delicata, hanno quindi tentato di prestare soccorso al ragazzo, che era rimasto inerme nonché incastrato tra il veicolo e il lampione.

I soccorsi si sono rivelati però inutili, così come il trasferimento in ospedale. La morte di Fernandez ha scosso l’intero Stato del Venezuela e ha sollevato numerose polemiche riguardo alle inesistenti misure di sicurezza prese dagli organizzatori dell’evento. Anche Pastor Maldonado, ex pilota di F1 venezuelano, ha criticato aspramente quanto avvenuto all’interno del suo Paese natale.

Un dramma che si poteva evitare

Risulta difficile non parlare di un accaduto che poteva essere facilmente evitato. Perché a 14 anni non si può morire, men che meno in strada con un Go-Kart. Pur prendendo per vera e indiscutibile la versione legata al problema meccanico del mezzo guidato dall’ormai scomparso giovanissimo corridore; ma in una pista gestita in sicurezza non sarebbe mai accaduto niente del genere. Questo è il drammatico dato di fatto che dipinge un libro dell’orrore di una copertina sporca di sangue che nessuno vorrebbe mai nemmeno guardare.

E che, purtroppo, oltre che a vederla, ci tocca toccarla e leggerla. Perché l’accaduto è tristemente vero, dolorosamente reale e difficilmente accettabile. Nel motorsport il rischio è sempre stato ben accetto, questo è vero. E la nostra non è ipocrisia. Perché se il rischio ha sempre fatto parte dello sport, anche la sicurezza si è mossa di conseguenza per limitare le situazioni pericolose ai danni di persone.

L’incidente venezuelano ci ricorda quindi dell’importanza che ha lavorare per rendere le corse motoristiche sempre più sicure, al riparo da tragedie irrecuperabili. In modo che la morte di Fernandez non sia coperta da altro sangue ancora, ancora e ancora. Questa, perlomeno, è la speranza di tutti. Di chi adora le corse, la vita, lo sport, il divertimento. E, soprattutto, che ama tutti questi fattori.

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