Verstappen non ha dubbi: in questo caso salterebbe la gara

Cosa ci vuole per fermare un pilota di Formula Uno abituato a sopportare qualunque privazione nel corso di una gara ma soprattutto che corre per il titolo e non vuole lasciare nulla a nessuno? Ce lo spiega Verstappen.

Negli anni la Formula Uno è diventata uno sport sempre meno “fisico” con le monoposto che sono il massimo della tecnologia del settore per evitare di costringere i piloti a fare cose incredibili come accadeva in passato come guidare senza il volante, con il cambio rotto e via dicendo.

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Come si fa a fermarlo? (Fuoristrada.it)

Anche così però guidare in Formula Uno rimane una cosa molto faticosa e in certe condizioni di salute, i piloti sono caldamente invitati ad evitare di salire nella loro monoposto per la salute loro e degli altri partecipanti. In una recente intervista Max Verstappen, campione in carica e primo in classifica dopo una gara soltanto, spiega cosa servirebbe per impedirgli di correre.

Uomini d’acciaio

Notoriamente i piloti di Formula Uno…non sono uomini normali! Le imprese che molti di loro hanno compiuto specie in passato quando le monoposto si rompevano molto più spesso ed i piloti erano anche meccanici per necessità sono assurde, ci viene in mente l’episodio in cui Tazio Nuvolari nel 1946 concluse una gara in Alfa Romeo senza il volante o l’imprevisto che costrinse James Hunt nel 1976 a guidare con il cambio danneggiato.

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Ma Verstappen farebbe di peggio! (Fuoristrada.it)

Anche se le monoposto sono più “sicure” oggi i piloti possono sempre subire infortuni. Negli anni abbiamo assistito a grandi imprese come quella di Ukyo Katayama che disputò l’intera stagione del 1997 in Minardi nonostante i dolori per le cure ad un cancro alla schiena senza dire nulla a nessuno o quella di Lance Stroll che ha completato il GP di Bahrain quest’anno con i polsi messi molto male.

Infortuni gravi

Naturalmente guidare in queste condizioni può diventare molto pericoloso non solo per il pilota ma anche per gli altri partecipanti alla gara: se un campione di Formula Uno non si sente bene, è meglio che non guidi perchè la gara potrebbe passare da impresa sportiva a tragedia in modo più facile di quanto non si pensi.

Recentemente qualcuno ha chiesto al campione in carica Max Verstappen, reduce da un’annata trionfale con RedBull, cosa farebbe lui se dovesse subire un infortunio molto grave e come questo potrebbe impedirgli di correre. La risposta da vero macho del pilota non si è fatta attendere e a questo punto ci chiediamo quanto sarebbe sicuro correre in pista in quelle condizioni.

Serve di peggio

Attualmente il pilota di RedBull è primo in classifica e punta al terzo titolo mondiale di fila senza tanti complimenti: ma l’imprevisto è sempre dietro l’angolo e laddove le monoposto del team austriaco sembrano praticamente indistruttibili e prive di difetti, il fisico degli esseri umani che le guidano è pur sempre fatto di ossa e carne e può risentire di qualche problema.

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La monoposto di Verstappen in testa al gruppo (Fuoristrada.it)

Secondo i cronisti, a Jedda in Arabia per le prove libere Verstappen è arrivato malconcio: un malore non meglio precisato allo stomaco infatti lo ha quasi messo KO ma il pilota si è comunque presentato in pista facendo un ottimo tempo. Agli intervistatori di Viaplay che gli hanno chiesto se stava bene ha risposto così: “Dovrei rompermi braccia e gambe per saltare un Gran Premio”.

Il coraggio del pilota gli fa onore…ma a dirla tutta non è la prima volta che un pilota di RedBull guida con qualche problemino di stomaco e l’ultima volta è finita molto male, precisamente ci riferiamo al GP di Giappone del 2007 in cui Max Webber che aveva un grave problema di salute finì per vomitare nel casco. Per fortuna Verstappen sta bene e correrà regolarmente ma la vicenda è un ottimo memorandum per chi spinge troppo al limite il suo fisico.

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