Dramma dalla Cina, arriva il no alle auto: la decisione che spiazza

Brutto colpo alla Cina: arriva il no secco. Gli appassionati senza parole: niente più auto. La decisione dell’istituzione non lascia margine.

Negli ultimi anni la Cina ha confermato l’intenzione di investire davvero molto nel settore dei motori. Da Pechino sono arrivati sempre più input nel volere imporsi come importante realtà dell’industria automotive anche a livello internazionale. In particolare la Cina sta approfittando della delicata transizione verso il modello elettrico nel quale sono impegnate tutte le principali aziende a livello mondiale per “recuperare terreno”. Il paese asiatico si sta imponendo come uno dei paesi leader per quanto riguarda la produzione di auto a bassa sostenibilità ambientale e di materiali per l’elettrico.

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Addio auto dalla Cina (Fuoristrada.it)

La distanza con i colossi asiatici, Giappone e Corea, e con quelli internazionali (dalla Germania agli Stati Uniti, passando per l’Italia e la Francia) continua però ad essere rilevante su molti aspetti. La ricetta della Cina per “accorciarle” sempre di più come è stato fatto in questo periodo è sempre la stessa: nuove tecnologie, bassi prezzi, alte prestazioni…e prendere un po’ di ispirazione dai competitori per le stratege future. Capita, però, di lasciarsi prendere un po’ troppo la mano…

Mini, “querelle” sul brevetto del modello in Cina: la BMW attacca l’azienda cinese

Ne sa qualcosa la Beijing Estek Technolgy, che ha chiesto la registrazione all’ufficio brevetti cinese, che tutela la proprietà intellettuale, di una sua auto elettrica. Sin qui nulla di strano. Non fosse che l’auto presentata fosse identica alla storica Mini. La “conversione ad elettrico” dello storico modello da parte del marchio non è, ovviamente, stata apprezzata dalla BMW. Il colosso tedesco si è immediatamente messa in moto per far si che il brevetto concesso venisse ritirato, e nel giro di un paio di mesi dall’uscita ha presentato (nel Luglio del 2022) la propria risposta.

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La BMW contro l’azienda cinese (Fuoristrada.it)

La posizione dell’azienda è chiara: non si può proporre un’auto elettrica identica ad un modello di cui non si detengono i diritti. L’ufficio brevetti cinese ha dato ragione alla BMW, di fatto cancellato il brevetto depositato. I diritti della “Mini” sono quindi di fatto stati riconosciuti al gruppo legittimamente proprietario della azienda. L’esperimento dell’azienda di Pechino è dunque fallito. La carrozzeria ad esatta “replica” dello storico modello hanno tradito la Beijing Estek Technolgy e fatto si che l’esito della sentenza non potesse che andare in favore della BMW.

Gli appassionati che speravano di potere guidare la propria Mini elettrica però non devono disperare. La BMW infatti, come gran parte delle case automobilistiche, sta rivisitando in chiave elettrica molti dei suoi modelli storici, per mantenerne viva l’identità anche durante questa fase di transizione. L’azienda ha già avviato la produzione della Mini elettrica. Questa volta si, con pieno titolo e diritto. Quanto alla Beijing Estek Technolgy, saprò certamente rifarsi da questo piccolo “intoppo” con nuovi progetti da presentare al pubblico internazionale.

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